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Cagliari, da Ranieri a Nandez: prima la salvezza, poi via alla programmazione

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Prima la salvezza e poi si vedrà. Con le virgolette o senza, frase utilizzata da tutti i protagonisti e non solo. Realtà dei fatti, la permanenza in Serie A è prioritaria sia a livello individuale sia a livello collettivo, sia per chi siede in panchina e chi va in campo. Solo dopo il Cagliari, inteso come club, si siederà al tavolo per discutere con i rossoblù in scadenza a giugno e per capire cosa avrà deciso il condottiero Claudio Ranieri.

Attesa

In alcuni casi la sentenza deve ancora arrivare, in altri la palla è in mano a una delle parti e l’altra aspetta. In quest’ultimo campo gioca King Claudio, non a caso più Re che Sir. L’accordo fino al 2025 è quello in essere dal suo ritorno in Sardegna, il presidente Tommaso Giulini – fatta salva la salvezza – ha già deciso, senza alcun dubbio, di lasciare a Ranieri la scelta se continuare a guidare il Cagliari o chiudere anzitempo il secondo mandato in rossoblù. L’allenatore romano ha ribadito, prima della gara contro la Juventus, che il futuro può attendere, con parole che non hanno spostato l’attenzione dall’obiettivo primario: “Prima salviamo questa squadra e poi vediamo“. Cinque partite, la speranza che siano necessarie meno, e poi verrà svelato se Ranieri resterà ancora in sella o se chiuderà la sua lunga carriera o se, ancora, riceverà una chiamata da una nazionale. Un progetto, quello con Sir Claudio in panchina, che era nato con l’idea di essere su due stagioni e mezza: la prima per cercare il sogno promozione da una posizione complicata, la seconda con la probabilità di un nuovo anno in Serie B, la terza per salvare la squadra dopo la risalita. Il miracolo sportivo culminato con il gol di Pavoletti a Bari ha accelerato il processo, lasciando il contratto fino al 2025 di fronte al dubbio di Ranieri: chiudere il cerchio aperto con la doppia promozione e successiva permanenza in A del triennio 1988-90 e salutare, oppure continuare l’opera con un secondo anno in massima serie con l’obiettivo di far salire un gradino al Cagliari nelle gerarchie della Serie A. La certezza è che per la società e l’ambiente la leadership di King Claudio è la vera e unica discriminante tra la consapevolezza di essere in buone mani e la nascita di un nuovo corso con tutti i dubbi del caso, oltre i ricordi di quelli naufragati in passato. Cercando, in sostanza, di costruire il futuro anche grazie a Ranieri, continuando a percorrere la strada intrapresa nelle ultime settimane e valutando ad ampio raggio il suo lavoro.

Scadenza

Basi per il futuro già rese più solide in quasi un anno e mezzo, ma che hanno ancora bisogno di tempo per esserlo completamente. Tempo che con Ranieri ancora in panchina non verrebbe utilizzato per una nuova rivoluzione tecnica, ma per cementare ulteriormente quanto costruito. E dal futuro con o senza Sir Claudio possono dipendere anche le scelte sui singoli. Se è già complesso, ad esempio, vedere uno spiraglio per il rinnovo di Nández, un eventuale addio dell’allenatore romano chiuderebbe ogni possibile porta. Napoli e soprattutto Roma sono alla finestra, perché comunque il León segue la regola madre di casa rossoblù, ossia prima la salvezza e poi le discussioni su ciò che sarà. Tra chi ha l’accordo in dirittura d’arrivo anche uno dei pretoriani del tecnico. Viola non era uomo di Ranieri, lo è diventato con il tempo con tanto di endorsment pubblico proprio nel momento delle panchine in Serie B. In A il calabrese è diventato un’arma tipica dell’allenatore, la creazione di un ruolo alla Altafini – apriscatole dell’ultima fase della partita – che gli ha permesso di esprimersi ad alti livelli. La permanenza di Ranieri sembra meno decisiva, l’importanza nello spogliatoio lo è decisamente di più per un sempre più probabile rinnovo. Parlando di Altafini anche l’altro elemento da ultimi minuti e ancora più ingombrante positivamente nello spogliatoio è Pavoletti, anche lui con il contratto in scadenza tra poco più di due mesi. Il livornese sembra destinato a un ulteriore anno con successivo ruolo in società, la presenza o meno di Ranieri un dettaglio per certi versi secondario. Molto più legato al futuro di Sir Claudio quello di Yerry Mina, con il club che ha in mano l’opzione per l’allungamento fino al 2025, il giocatore con l’intenzione di restare in Sardegna, ma con le offerte dal Brasile che non mancano. La presenza di Ranieri in panchina potrebbe quindi dare una spinta decisiva per un altro anno in Sardegna del colombiano, così come potrebbero aumentare le probabilità di una conferma di Shomurodov, di Oristanio e, perché no, di Gaetano. L’aspetto economico e il pallino in mano alle squadre che ne controllano il cartellino un muro che avrebbe più speranze di essere abbattuto con la presenza in panchina di Sir Claudio. Prescinde da Ranieri il futuro di Mancosu e Aresti, la cui conferma dipende più da fattori tecnici – così come età e infortuni – che da quella dell’allenatore romano.

Calamita

C’è, infine, un aspetto di attrattività. Per chi deve scegliere tra più opzioni la presenza di Ranieri in panchina è un dettaglio fondamentale per virare verso Cagliari. Difficile pensare a un Mina e un Gaetano in Sardegna a gennaio senza l’allenatore romano a guidare i rossoblù, così come l’evidente crescita di diversi giocatori sotto la sua guida è un’ulteriore spinta per chi vede in Cagliari una destinazione per completare un ulteriore step. Gli esempi sono molteplici. Da Dossena, prima desaparecido con Liverani poi colonna portante della difesa di Ranieri, a Luvumbo, un tempo più fumo che arrosto e con Sir Claudio diventato giocatore vero con ancora ampi margini di miglioramento. Due uomini mercato del prossimo futuro, con la valutazione cresciuta anche se non soprattutto al lavoro di Ranieri. Discorso che potrebbe valere tra dodici mesi sia per Prati che per Sulemana, attesi dal salto di qualità ma che hanno già fatto intravedere i progressi sperati. Senza dimenticare Makoumbou, un giocatore differente da quello dei primi mesi in Sardegna ma che ancora deve migliorare in diversi aspetti dopo essere comunque cresciuto rispetto agli esordi. E poi i vari Di Pardo, Zappa, Obert, Hatzidiakos, Wieteska e i rientranti dai prestiti come Veroli, Kourfalidis e Delpupo tra gli altri che hanno bisogno di più tempo per dimostrare la propria importanza. E chi meglio di Ranieri per proseguire sulla strada tracciata? Quella dei piccoli passi, ma senza retromarce improvvise. Quella costruita con pazienza e ancora da ultimare per una salvezza come base di partenza e non solo un traguardo.

Matteo Zizola

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