Metti una sera all’Olimpico di Roma, di fronte la Lazio e il tabù grandi da sfatare. Il Cagliari si presenta con il vestito tattico delle grandi occasioni, pronto a sedersi al tavolo per vivere una partita sì complicata, ma che ha il sapore della possibile sorpresa. Pochi minuti, sette per l’esattezza, e il fuoco amico allontana ancora una volta la tanto desiderata porta inviolata. Non c’è promessa che tenga per Claudio Ranieri, anche contro i biancocelesti l’errore individuale cambia il corso degli eventi, mette di fronte una salita dalle forti pendenze e ha in uno dei nuovi acquisti il protagonista negativo.
In ritardo
Un’estate passata a chiedere senza mezzi termini difensori centrali d’esperienza. Dossena la certezza che arriva dalla promozione in Serie B, Obert la giovane promessa da far crescere con calma. Capradossi più di un piede sulla porta, Goldaniga defilato in attesa di offerte concrete che non arriveranno. Il tempo passa, la cessione dell’ex Spezia non diventa realtà – mentre restano reali i continui infortuni – e l’ex Sassuolo resta a completare il reparto nonostante il contratto in scadenza a giugno 2024. Nelle ultime ore di mercato i due colpi tanto attesi: dalla Francia ecco Wieteska, centrale polacco nel giro della nazionale reduce da un ottimo campionato con la maglia del Clermont, e Hatzidiakos, duttile difensore greco prelevato dagli olandesi dell’AZ Alkmaar, semifinalisti della Conference League nel 2022-23. Esperienza sì, ma non nella Serie A, patria della tattica e della difesa organizzata. Esperienza sì, ma con una fase di adattamento fisiologica da affrontare, una lingua da imparare e un calendario che a inizio torneo non aiuta. Cinque milioni per Wieteska, due e mezzo più bonus per il centrale ellenico. Investimenti importanti che, però, si sono scontrati con un approccio complicato con la nuova realtà italiana. Errori, amnesie, punti persi: il conto dà saldo negativo e non è un caso che il Cagliari abbia trovato nel duo Dossena-Goldaniga la coppia più affidabile, sinonimo di un mercato improntato forse troppo al futuro e che ancora non ha pagato i dividendi sperati in termini di prestazioni.
Tra gerarchie e panchina
Ranieri ha approvato una scelta che però al momento si è scontrata contro la realtà dei fatti. Tanto da far cambiare gerarchie proprio a Sir Claudio, che prima ha provato a promuovere tra i titolari i due nuovi arrivati, poi ha scelto la strada vecchia sapendo cosa avrebbe trovato, infine ha rispolverato senza successo uno dei due nuovi acquisti. Un’alternanza di decisioni che non ha fatto bene in primis ai protagonisti, almeno questo raccontano le prime quattordici giornate di Serie A. Con un dato su tutti a sottolineare la situazione in primis di Wieteska: cinque partite da titolare su sei da quando è arrivato in Sardegna e poi il nulla. Il polacco non gioca in rossoblù ormai dalla gara interna contro la Roma datata 8 ottobre, quasi due mesi senza nemmeno subentrare in corsa. Al contrario Hatzidiakos ha prima vissuto lo stesso destino – cinque di fila dall’inizio tra Udinese e Roma – per poi rimanere ai margini per due gare – Salernitana e Frosinone – e infine tornare titolare contro il Genoa per 45 minuti, saltare la trasferta contro la Juventus e di nuovo dall’inizio contro Monza e Lazio. La risposta attesa dal campo non è arrivata come sperato, perché sia di fronte ai brianzoli che ai biancocelesti il greco ha messo la propria firma sui due gol subiti. Il tempo sbagliato nel salto a contrastare Maric e l’infortunio tecnico che ha portato alla rete di Pedro. E nel frattempo anche Obert è ormai un ricordo, ultima da titolare contro la Roma – come per Wieteska – e una sola apparizione nel finale della sfida contro il Genoa dall’8 ottobre a oggi.
Futuro
Gli alibi non mancano per il duo straniero arrivato nelle fasi finali del mercato estivo. Quelli già citati – lingua, adattamento – e anche le chiamate delle rispettive nazionali a togliere ulteriori possibilità di ripresa. In ognuna delle tre soste, infatti, sia Wieteska che Hatzidiakos sono stati lontani dal centro sportivo di Assemini, perdendo di fatto l’occasione di lavorare sui propri errori e apprendere l’arte difensiva attraverso le indicazioni di Ranieri. Per questo emettere sentenze sommarie potrebbe essere prematuro, ma il tempo che scorre non lascia spazio per lunghe attese. I mesi che verranno – senza dover rispondere alle chiamate di Polonia e Grecia – saranno una sorta di prova del nove per il polacco e il greco. La chance di migliorare, di dimostrare che la scelta di puntare su di loro in sede di mercato non è stata un errore, ma lungimirante nel medio-lungo termine. Hatzidiakos ha già dato prova di essere cresciuto al netto di errori fin troppo evidenti per essere lo specchio del suo valore, perché se quello contro il Monza può capitare così anche una serata storta come quella dell’Olimpico può essere un passaggio nel percorso di adattamento. Wieteska, dal canto suo, dopo essersi presentato con l’assist per Luvumbo a Bologna, ha messo in mostra limiti tattici chiari che però, allo stesso tempo, danno l’idea di essere correggibili. Con un reparto che è tutt’altro che corto, a gennaio è difficile pensare a un loro accantonamento, mentre la ricerca di una sistemazione per Capradossi e, chissà, un prestito per Obert, aprirebbero le porte a un nuovo innesto davvero di esperienza nel campionato italiano che possa dare ulteriore tempo alla coppia straniera rossoblù. La salvezza non aspetta, ma l’investimento fatto richiede calma e sangue freddo. E anche Ranieri dovrà compiere una scelta chiara per evitare di togliere le poche certezze a un reparto che ha bisogno estremo di sicurezza e serenità. Chiavi per raggiungere l’obiettivo salvezza, chiavi per evitare errori costati fin troppi punti.
Matteo Zizola