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Tommaso Giulini durante la festa promozione alla Unipol Domus | Foto Luigi Canu/Centotrentuno

Cagliari, il paradosso del “Re Solo”: Giulini tra futuro e voglia di cessione

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L’estate è la stagione del paradosso. Mesi spensierati e al tempo stesso malinconici, con i ricordi che ti portano all’esame di maturità, ai primi amori, ai primi viaggi con gli amici o senza i genitori e più in generale a un periodo della tua vita felice che però sembra irreplicabile nel presente. L’estate 2024 sarà la stagione del paradosso anche in casa Cagliari. Da una parte la spensieratezza che lascia il ritorno in Serie A con conseguente immediata salvezza, dall’altra l’addio di Claudio Ranieri in panchina e quello prossimo di molti dei veterani della rosa (primo tra tutti Nahitan Nandez che ha già ufficializzato il suo trasferimento in Arabia). Un senso di incertezza nel futuro e malinconia per ciò che poteva essere e non è stato che sta vivendo anche, e forse soprattutto, il proprietario della squadra, Tommaso Giulini.

Momento

L’uscita di scena dello statista Claudio Ranieri, il più amato dal popolo, ha fatto ripiombare la corte di Asseminello al clima da rivoluzione francese di un anno e mezzo fa. Con l’allenatore romano in sella il club rossoblù ha potuto continuare a ballare senza preoccuparsi dei forconi fuori dai cancelli, anzi è stato proprio il popolo a spingere le varie imprese tra Serie B e Serie A. L’addio di Sir Claudio però ha riportato gli animi al punto di partenza e ora, anche se l’orchestra suona, fischi e contestazioni iniziano a farsi sempre più invadenti. Ranieri aveva illuso che il legame creato con l’ambiente e la tifoseria fosse un nuovo inizio e invece è stato subito chiaro, già nell’ultima del tecnico testaccino contro la Fiorentina, che lo strappo tra dirigenza e supporter non è, e probabilmente non sarà, ricucibile. Il sostegno era per la figura di Ranieri, tolta quella sono tornati i malumori. La Presa della Bastiglia rossoblù sono i fischi piovuti su Tommaso Giulini nel momento della premiazione e dei ringraziamenti a Ranieri al termine della gara persa con la Viola. I punti di vista possono essere molteplici. C’è chi, come chi vi scrive, ritiene giusto che il pubblico esprima la sua disapprovazione ma avrebbe preferito lasciare tutto lo spazio a sir Claudio nella sua serata. E poi c’è chi invece sostiene che è proprio nei momenti più importanti e istituzionali che il tifo debba far sentire la propria voce per lasciare il segno. Sono sensazioni e non c’è un punto di vista sbagliato o giusto a prescindere.

E ora?

Quello che è certo è che i fischi piovuti su Giulini hanno fatto effetto. Il patron mai come nei vari silenzi in attesa dell’applauso della squadra e poi del pubblico della Unipol Domus è apparso seccato e deluso dalla situazione. Almeno a livello di uscite pubbliche. La curiosità ora è capire se sarà rivolta o rivoluzione. Le prime sono quelle dove chi critica non vince e lo status quo non cambia, le seconde sono quelle che portano a un nuovo ordine. L’impressione è che mai come in queste ore Tommaso Giulini stia pensando seriamente al passare la mano. Con il Re Sole che si è ritrovato ad essere Re Solo. Prima di ragionare di pancia però andrebbero analizzati i motivi dei malumori della piazza cagliaritana. In fondo se si guardano i dati sui bilanci il club di Giulini ha sì un passivo, ma molto inferiore rispetto alla maggior parte delle squadre della Serie A. Se si guarda ai risultati in campo va detto che dopo ogni retrocessione il Cagliari è riuscito immediatamente a risalire in massima serie. Aspetto non scontato. Giulini paga le promesse, alcuni atteggiamenti e le parole. La presentazione di una corte di Asseminello che è stata venduta come Versailles senza poterlo essere veramente. L’identità svenduta al marketing, l’Europa, lo stadio nuovo (dove le colpe sono tutte da spartire con enti e amministrazioni regionali). Obiettivi troppo alti e che sono stati gestiti in malo modo nel tentativo di renderli fattibili.

Va anche sfatato, però, il mito che cambiare per cambiare sia un’ottima idea. Il calcio è pieno di storie di club che hanno visto dei lunghi periodi di crisi dopo un passaggio di mano in società. E al tempo stesso non pare che Giulini negli ultimi anni abbia fatto grossa resistenza all’ingresso di nuovi soci e al graduale disimpegno dalle parti di Assemini, anzi. In più di un’occasione, ultima il post-gara di Sassuolo a salvezza acquisita, il patron dei sardi ha ribadito la volontà di permettere a nuove figure di entrare nel club. Semplicemente, per il momento e nonostante diversi sondaggi passati, nessuno di realmente interessato e soprattutto di realmente pronto si è avvicinato al Cagliari per dare un seguito diverso all’era Giulini. Anche se è probabile aspettarsi una nuova ricerca nelle prossime settimane, in quella che potrebbe essere la vera estate da anno zero per i rossoblù.

Futuro

Mai come in questa estate il Cagliari ha dei contorni poco definibili su ciò che sarà. Paradossalmente il concetto di ripartenza è stato più chiaro nell’estate della seconda retrocessione, dove il mantra fu il repulisti generale. C’è il tema stadio, rallentato dall’ennesimo cambio di amministrazioni tra Comune e Regione, c’è il tema della proprietà, con un Tommaso Giulini che a sensazione proverà a capire ancor di più che in passato quanto sia fattibile un passaggio di consegne, c’è una rosa con tanti veterani ai saluti da costruire e fondare su alcuni giovani di prospettiva, c’è un tecnico da individuare e che sappia raccogliere la pesante e ingombrante eredità di Claudio Ranieri. La speranza è quella di vedere tanti problemi diventare opportunità, anche perché farsi ingannare dai miraggi nel deserto è molto facile. E il modo di dire geograficamente non è stato scelto a caso.

Roberto Pinna

 
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