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Cagliari, la cura Ranieri tra mercato e ritorni: meno carota, più bastone

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La sconfitta contro il Torino è diventata l’occasione, assieme al mercato, per liberare dal laboratorio una nuova versione. Il Claudio Ranieri 2.0, non più tanta carota e poco bastone, ma parole dirette per pungolare chi nel suo Cagliari ha reso sotto le aspettative. Il vestito da Sir ha lasciato così spazio a quello da King, sempre calmo e misurato ma anche pronto a cambiare la filosofia di governo rossoblù. In nome di una salvezza che è obiettivo senza se e senza ma, a maggior ragione con gli arrivi di Yerry Mina e Gianluca Gaetano a dare maggiori possibilità di scelta.

Leadership
La chiave del nuovo corso imposto da Ranieri potrebbe essere l’aver ritrovato una rosa più ampia e con maggiori garanzie. L’innesto del centrale colombiano al posto di Goldaniga e quello del centrocampista ex Napoli per rimpiazzare l’infortunato Mancosu elimina diversi alibi al tecnico rossoblù. Ma non solo, perché anche chi è stato chiamato in causa nell’emergenza è chiamato a rispondere sul campo, risalendo gerarchie che ora appaiono cambiate. Chissà se King Claudio già sentiva nell’aria l’arrivo di Mina a dare maggiore personalità ed esperienza alla retroguardia quando, dopo la sconfitta casalinga contro il Torino, ha alzato il tiro pungolando Wieteska e Hatzidiakos. Ancora una volta insufficienti, ancora una volta protagonisti di errori costati punti: “Speriamo diano quello che sanno, anche se non stanno rendendo per quello che sono. Non li voglio incolpare, ma non ci stanno facendo vedere il loro valore. Voglio di più da loro”. Le parole di Ranieri nel post partita in occasione dell’ultima sconfitta all’Unipol Domus si uniscono così, in un’ideale filo rosso, a quelle che precedono la gara dell’Olimpico contro la Roma di De Rossi. Non solo il greco e il polacco, ma anche Obert dovrà dare una svolta alla propria stagione. E l’arrivo di Mina sembra essere nelle intenzioni di Ranieri la scintilla che dovrà accendere voglia e concentrazione di chi ha nelle corde qualità ancora inespresse alla prova dei fatti: “Obert? Farei come con i polpi, gli mangerei la testa. È un giocatore fortissimo e gliel’ho detto sempre, mi dispiace che diventerà come lo immagino a 28, 29 anni. Ora si sta perdendo tante partite di campionato, perché lui è un giocatore di calcio, ma di grossi livelli. Spero che ce lo faccia vedere”. Parole, quelle del tecnico rossoblù, che spiegano quanta differenza ci sia stata nella prima parte di stagione tra aspettative e realtà, tra possibilità e risposte non date dalle prestazioni.

Freschezza e concorrenza
Un Ranieri 2.0 che non risparmia nemmeno uno dei suoi pupilli, quel Jankto che è arrivato in Sardegna su diretta indicazione di chi lo aveva allenato con ottimi risultati alla Sampdoria. Se l’arrivo di Mina serve da pungolo per una retroguardia spesso disattenta, quello di Gaetano dà a King Claudio nuove soluzioni sia in mezzo al campo che sulla trequarti. Mettendo davanti al centrocampista ceco un nuovo concorrente per una maglia da titolare, dopo che i 45 minuti giocati contro il Torino hanno messo in mostra uno Jankto a due facce: abile a farsi trovare pronto nell’area avversaria, ma incapace di convertire in gol le occasioni avute. E proprio le reti del suo passato blucerchiato con Ranieri a guidarlo sono diventate lo spunto per un confronto inclemente tra il giocatore atteso e quello visto dal suo ritorno in Italia dopo le esperienze con Sparta Praga e Getafe: “Non è il giocatore che mi aspettavo, gliel’ho già detto due tre volte. Doveva essere un pezzo importantissimo nello scacchiere del Cagliari. È un peccato perché per me è stato un calciatore importante, mi ha fatto sei, sette gol ed era un titolare inamovibile in quella Sampdoria, dispiace più a me che a lui”.

Occasione
Le sconfitte di Frosinone e Sassuolo, i pareggi di Empoli e Udinese, ma anche la vittoria del Lecce in rimonta contro la Fiorentina. Le concorrenti alla salvezza regalano spunti opposti ma che vanno per certi versi nella stessa direzione. Quella di sfatare il tabù grandi, provando a raccogliere all’Olimpico contro la Roma di Daniele De Rossi quel risultato che ancora manca nelle sfide contro le squadre più importanti della Serie A. Perché pur se sulla carta i giallorossi sono i naturali favoriti, l’occasione di guadagnare punti preziosi sulle avversarie nella corsa salvezza è ghiotta. Così come il risultato dei salentini di D’Aversa dimostra il dovere di provarci, senza paura e con sana incoscienza. Non la prima volta che il Cagliari ha dalla sua la chance di sfruttare i passi falsi – o mezzi passi falsi – di chi lotta con i rossoblù, chance quasi sempre sfuggite di mano. Ranieri è consapevole che con il passare delle giornate la posta si alza e il peso specifico degli errori aumenta di conseguenza. Così la fase due, quella di Sir Claudio che si trasforma in King, è la logica inversione di rotta per mettere anche i giocatori di fronte alle proprie responsabilità. Grazie al mercato che, seppur fatto di necessità che diventano virtù, ha soddisfatto Ranieri. E grazie all’infermeria che piano piano si svuota, oltre al recupero di Luvumbo dopo la sconfitta della sua Angola in Coppa d’Africa nei quarti contro la Nigeria. Nella speranza che la maggiore concorrenza spinga chi ha reso meno a ritrovarsi e che il livello si alzi di conseguenza. Solo così il Cagliari può sperare di rialzare la testa e raccogliere i punti necessari nelle prossime otto partite, tre delle prossime quattro di fronte a Roma, Lazio e Napoli e ben quattro scontri diretti all’orizzonte tra Udinese, Empoli, Salernitana e Verona, senza dimenticare la trasferta di Monza.

Matteo Zizola

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