Sembrava non dover arrivare più quel momento in cui ti lasci tutto alle spalle. Invece il Cagliari Primavera, dopo quasi tre mesi di lontananza dai tre punti, quel momento potrebbe averlo vissuto. Quella contro la Juventus è la vittoria numero otto in stagione, ma potenzialmente la più importante per darsi lo slancio verso un finale di stagione in cui la salvezza è ancora tutta da conquistare.
Voglia
Un 5-3 rocambolesco e denso di emozioni in un finale di secondo tempo giocato senza troppi dogmi da seguire, se non quello di continuare ad accelerare e trovare a tutti i costi almeno il pareggio. Perché nella prima frazione l’uno-due juventino nei primi quindici minuti, arrivato con la compartecipazione attiva della linea difensiva rossoblù, aveva fatto rivedere gli incubi dell’andata, quando la squadra di Montero si impose con un tennistico 6-0. Il merito dei rossoblù è stato però quello di saper toccare il fondo, rimettersi in piedi e provare subito a risalire la china tutti insieme. Giocandosi nel momento di massima difficoltà la carta dell’intensità, a partire dalla prima pressione sugli avversari. Una probabile conseguenza di quel lavoro sulla testa dei giovani rossoblù necessario dopo mesi in cui la luce sembrava non poter passare da alcun spiraglio. Così è arrivato il gol che ha accorciato le distanze di un Cavuoti tornato sui suoi livelli, capace di dettare il tema che anche i compagni avrebbero dovuto seguire per avere la meglio delle proprie paure oltre che degli avversari. L’incipit di una partita giocata in crescendo dall’undici isolano, che nella seconda frazione ha però forse giocato troppo con il fuoco prima di ribaltare tutto in un finale con tre gol tra il minuto 88 e il minuto 96.
Attenzione
Si sa che a volte la voglia di conquistare quello che da tanto ti manca ti possa portare a trascurare altro. Dopo aver ritrovato la vittoria che vale il momentaneo +2 sull’ultimo posto playout occupato dal Milan, il Cagliari dovrà lavorare su come riuscire ad ottenere i risultati con un maggior equilibrio. Dopo il gol del 2-2 di Vinciguerra i rossoblù hanno infatti lasciato ampi spazi alle ripartenze juventine, rischiando la beffa con il gol del 2-3 di Mancini. Quella della sfida pre-pasquale di Asseminello potrebbe essere stata un’eccezione data dalla necessità di trovare a tutti i costi tre punti che fanno bene all’umore del giovane spogliatoio, che senza il successo forse avrebbe lavorato con la testa più pesante durante una settimana che avvicinerà i rossoblù a un’altra sfida contro una pretendente ai playoff, ovvero il Sassuolo. Di certo Pisacane lavorerà sulle sicurezze di una difesa apparsa inizialmente facile preda dei suoi stessi fantasmi. La reazione di Veroli, passato dagli errori sulle prime due reti avversarie al gol del 3-3, fa ben sperare. Ed è la base da cui ripartire, il riassunto della prova di un gruppo che si era perso e che ha dato l’impressione di essersi ritrovato almeno per una mattinata. Fondamenta su cui poggiare una fase offensiva in cui il dialogo tra i reparti, con un centrocampo sempre pronto ad accompagnare l’azione, ha fatto la differenza, insieme all’attacco alla profondità con Vinciguerra che ha provato la difesa juventina. E a cui aggiungere la voglia di incidere di chi è entrato a gara in corso, come Konate. Ora sarà importante dare continuità, sul piano delle idee di gioco e dell’atteggiamento. Con la coppia in panchina che dovrà essere brava a toccare i fili giusti della tensione per tenere in riga un gruppo che ha le qualità per decidere un proprio destino ancora tutto da scrivere.
Matteo Cardia