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Cagliari, una pericolosa involuzione: i rossoblù hanno la forza per resettare?

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Aiuto, mi si è ristretto il Cagliari! Nel momento più delicato della stagione e dopo aver illuso tutti con cinque punti (conditi da ottime prestazioni per gioco e soprattutto carattere) contro Atalanta, Inter e Juventus, i rossoblù di Claudio Ranieri sono tornati quella squadra insicura, attendista e poco aggressiva se non a piccole folate vista soprattutto a inizio stagione e nei primissimi mesi di questo 2024. Atteggiamento che aveva portato anche alle dimissioni dello stesso Ranieri dopo la sconfitta interna contro la Lazio. Dimissioni poi rigettate dallo spogliatoio rossoblù, con i giocatori che hanno chiesto al tecnico romano di restare.

Involuzione

L’ultimo trittico di gare contro Genoa, Lecce e Milan che ha fruttato un punto ha anche ribaltato l’umore della piazza cagliaritana. Dalla fiducia di marzo all’ansia di fine aprile e inizio maggio. Come lo studente che sa che deve recuperare la maggior parte delle materie nell’ultimo ciclo di interrogazioni e che continua a sperare in una sufficienza da pesare con il bilancino per trovare la giusta media per non dover ripetere l’anno. A Marassi i rossoblù di fatto quasi non si sono presentati, tanto che Ranieri (forse per l’unica volta in stagione) a fine gara ha ammesso che l’allenatore dei liguri Alberto Gilardino aveva azzeccato ogni mossa azzerando di fatto la controffensiva rossoblù, mai osservata al Ferraris. Da Genova però il tifo isolano era tornato con la consapevolezza che la squadra di Ranieri stesse iniziando a fare troppi calcoli salvezza. Turnover e scelte avevano lasciato ipotizzare a un all-in per la permanenza in A voluto in casa contro il Lecce, con i sardi che hanno dato l’impressione di scansarsi in Liguria. Contro i salentini in effetti l’approccio è stato ottimo, salvo poi l’ingenuità (condita da tante polemiche sulla scelta arbitrale) fatta da Gaetano che ha rimediato un rosso che ha indirizzato la gara a favore dei giallorossi nella ripresa. E alla fine l’1-1 finale, con i due pali colpiti dagli ospiti, è sembrato anche un risultato da tenere stretto. La gara con il Lecce ha dimostrato che questo Cagliari non può fare ragionamenti particolari per la corsa salvezza, quella di Ranieri non è una formazione che può caricare tutto il peso di una singola stagione in soli 90 minuti perché non ha la forza per centrare l’obiettivo al primo tentativo. E a dirla tutta non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di aspettare l’1-1 contro il Lecce per accorgersene, sarebbe bastato andare a guardare alle sfide contro il Verona, al ritorno con il Frosinone o alla gara con la Salernitana dell’andata per capire che Nandez e soci non sono un gruppo da rendimento perfetto sotto pressione, anzi. Anche per questo dopo lo schiaffo a mano aperta preso nel 5-1 di San Siro contro il Milan ha fatto storcere il naso la frase di Ranieri: “Questa gara contro i rossoneri era un jolly nella corsa salvezza, avremmo dovuto accettare ogni risultato”.

Reset

Questa mentalità da studente che si crede furbo e che pensa di recuperare tutto nell’ultima verifica a disposizione sa tanto di vecchio Cagliari, quello che è retrocesso a Venezia non riuscendo a fare un gol a una formazione imbottita di riserve, di giovani e anche già retrocessa matematicamente. E parliamo di appena due stagioni fa. L’impressione è che Ranieri resti l’unico allenatore capace di fare miracoli con questo progetto però il tecnico romano non deve cadere nell’errore di giustificare costantemente uno spogliatoio che ha bisogno di caricarsi sulle spalle più responsabilità, senza nascondersi costantemente sotto le larghe spalle di sir Claudio. Anche perché altrimenti la mossa delle dimissioni date e poi revocate sarebbe stata totalmente inutile per dare una scossa al carattere della squadra fino alla fine. Sicuramente Ranieri è l’unico che non si è illuso di aver portato la nave in porto dopo i cinque punti contro Atalanta, Inter e Juventus, c’è da capire però se il messaggio sia arrivato a tutti, dai giocatori alla dirigenza, dentro i corridoi di Asseminello. Va anche detto che l’allenatore romano con continue giustificazioni e un po’ troppi calcoli nelle scelte di formazione e nelle parole in sala stampa ci sta mettendo del suo nel finanziare questo spirito iperprotettivo che non sta facendo bene alla squadra. Il Cagliari deve prendere in mano la realtà con coraggio: è vero possono bastare pochi punti per salvarsi, ma è anche vero che pensare che la gara giusta sia la prossima e non quella da giocare nell’immediato è la mentalità perfetta per ritrovarsi retrocessi.

Roberto Pinna

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