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Fantasia, gol, leadership: il Cagliari ha bisogno di Viola

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“Across the lines, who would dare to go?”, cantava Tracy Chapman nell’ormai lontano 1988. Attraverso le linee chi avrebbe il coraggio di andare? Allora era una canzone di protesta contro quelle linee che sancivano le disuguaglianze di una società statunitense impregnata di razzismo. Parole che restano attuali ancora oggi, ma che si prestano paradossalmente anche a un campo lontano di significati e realtà. Ma dove vivere sulle linee, quelle che non escludono nessuno ma possono creare vantaggi per gli altri, conta. Un’importanza che senti ancor di più quando manca l’interprete in grado di spiegare cosa significhi. È spesso chi porta il numero 10 sulle spalle a renderlo possibile e in un Cagliari che fa fatica a generare idee, Nicolas Viola, ancor di più dopo la partita persa contro la Roma, sembra il giocatore a cui Ranieri non può rinunciare.

Scintilla

L’ingresso a partita già compromessa all’Olimpico con il senno di poi è contato poco. Poco più di una mezz’ora, il tempo di tentare di recapitare un pallone con i giri giusti in area di rigore su punizione e non perdere il feeling con il campo. Senza escludere il tentativo di provare a testare la convivenza con Gaetano, giocatore arrivato per dare vivacità e un’alternativa sulla trequarti, ma che potrebbe anche operare qualche metro più indietro. Così potrebbe essere più giusto fare un passo indietro all’episodio precedente e guardare ai 51’ giocati contro il Torino. Non solo per il gol che ha riacceso le speranze dei rossoblù e del loro pubblico, ma per il modo di interpretare la gara sul piano generale. Sei occasioni da gol create, sei passaggi chiave, tre tiri di cui due dentro lo specchio della porta. Con tanta libertà nel giocare tra le linee e servirsene attraversandole con il pallone tra i piedi, senza avere troppe responsabilità sulle spalle in fase di non possesso. Responsabilità che nell’ultimo periodo erano sembrate pesare sulle gambe del fantasista calabrese e che ha fatto sì che sul tavolo si presentasse un vecchio dilemma: l’utilizzo dall’inizio o a gara in corso. Dubbio diventato ancora più pressante viste le assenze di Oristanio e Luvumbo, gli unici ulteriori due interpreti a poter dare la scintilla alla squadra. Con Ranieri che si è trovato così a ragionare tra le due correnti di pensiero principali, il conservatorismo e il progressismo. Da una parte la necessità di tamponare le fragilità della difesa e i limiti tecnici della squadra, dall’altra quella di far sì che la squadra crescesse sotto il profilo della fiducia e si rendesse pericolosa. La squadra ha virato verso la prima filosofia, rinunciando anche all’estro del proprio 10, senza però quei risultati attesi e necessari per la salvezza. E allora il discorso, anche guardando ai numeri, potrebbe farsi differente già a partire dalla prossima gara con la Lazio.

Numeri

Ranieri non ha mai amato parlare di moduli sin dal suo ritorno in Sardegna. Meglio avere un Cagliari camaleontico e adattabile che essere facilmente leggibili dagli avversari, almeno sulla carta. Ma in una squadra che ringhia poco e che immagina e concretizza meno, si può guardare a quello che le fredde cifre dicono e a cosa dicono sugli interpreti. Nicolas Viola è il giocatore tra i rossoblù che ha creato più occasioni da gol in stagione, ben 27, avvantaggiato di tre lunghezze su Nahitan Nández nonostante il minutaggio inferiore (987’ per il primo e 1384’ per il secondo). Fa meglio dei colleghi che giocano qualche metro più avanti, ma anche di elementi come Luvumbo e Oristanio, paragonabili all’ex Benevento per alcune richieste del tecnico. La capacità di Viola di costruire i presupposti per un gol, in un momento della stagione che si fa sempre più delicato e in cui peserà ancora l’assenza dell’ex Inter, sembra essere un aspetto imprescindibile per i rossoblù. Soprattutto per un reparto offensivo che spesso soffre l’assenza di un collante e di un giocatore che contribuisca, in modo differente, a far abbassare la fiducia della difesa avversaria. Senza tralasciare l’aspetto emotivo di una squadra che sembra aver bisogno anche di guardare a dei punti fermi per risalire la china. Qualità e mentalità, il connubio che si ripete spesso e di cui il Cagliari avrebbe bisogno per riprendere fiducia. Un connubio che sembra passare dai piedi di Nicolas Viola. E che potrebbe permettere di attraversare le linee imposte dalla classifica. 

Matteo Cardia

 
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