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La Moviola di Cagliari-Juventus: Piccinini in chiaroscuro in una gara complessa

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Intensità, tanti scontri, la voglia di lasciar correre il più possibile che si scontra a volte con la necessità di mettere un freno all’agonismo. Non una partita facile da dirigere quella tra Cagliari e Juventus alla Unipol Domus, terminata sul punteggio di 2-2. Marco Piccinini non è riuscito a superare completamente la prova, salvato in un’occasione dal VAR Daniele Chiffi e dall’AVAR Paolo Valeri e in altre non perfetto.

Rigori e non solo

Tanti gli episodi da analizzare, normale per una partita con due rigori, una punizione risultata decisiva e tanti interventi al limite. Già dai primi minuti iniziano gli scontri fisici, con il Cagliari pronto agli uno contro uno e la Juventus quasi sorpresa dal ritmo atletico imposto dai rossoblù. Al 3′ Piccinini punisce correttamente una spinta di Luvumbo su Cambiaso, mentre al 6′ il primo elemento di discussione reale: in area dei padroni di casa Mina salta con il gomito largo, ma in posizione congrua e senza andare verso l’avversario, Alcaraz – anche per una semplice questione di diversa statura – si scontra con il colombiano riportando un taglio sulla testa. Intervento non da calcio di rigore e comunque con il VAR tagliato fuori. All’8′ angolo per il Cagliari, prima della battuta il fischietto della sezione di Forlì è costretto a richiamare Mina e Gatti, con quest’ultimo che tira la maglia al difensore rossoblù. Al 17′ sembra netta la trattenuta di Gatti su Shomorudov, in procinto di rubare palla in pressing. Il direttore di gara lascia proseguire, mentre al 24′ sempre Gatti ferma Luvumbo in procinto di ripartire. Non ci sarebbero gli estremi dell’azione promettente d’attacco, ma il difensore della Juventus rischia l’ammonizione. Che non arriva nemmeno poco dopo quando ferma nuovamente l’angolano questa volta sì in possibile proiezione offensiva pericolosa. Piccinini fischia il fallo, ma non sanziona Gatti, decisione discutibile. Così come al 27′ sarebbe da vedere in campo il tocco con il braccio di Bremer sul colpo di testa di Dossena in area bianconera. Invece deve arrivare in soccorso il VAR e dopo aver rivisto l’azione – e forse poco freddo nel valutare l’episodio, con Luvumbo che manca il gol nello svolgimento – Piccinini decide per il rigore in favore del Cagliari. Una fattispecie simile a quella che portò al fallo di Mina a San Siro sul colpo di testa di Frattesi. Chiamata di Chiffi e Valeri corretta, bravo l’arbitro a concedere la massima punizione. Al 33′ rischia e meriterebbe il cartellino Nández per un’entrata in ritardo su Chiesa, due minuti dopo altro rigore per i padroni di casa per un’uscita di Szczesny ai danni di Luvumbo. Decisione ineccepibile, corretto anche ammonire il portiere della Juventus e non estrarre il rosso, con l’entrata del polacco verso il pallone e l’aver evitato una chiara occasione da gol che viene depenalizzato a giallo per non imporre più come in passato la doppia sanzione, quella del rigore contro e dell’espulsione contemporanea. Al 43′ bravo l’assistente a rilevare il fuorigioco di Chiesa a inizio azione in occasione del possibile 1-2 di Vlahovic. Scelta confermata dal VAR dopo diversi secondi, l’ex Fiorentina leggermente più in là di Hatzidiakos. Al secondo minuto di recupero del primo tempo, infine, doppio giallo: prima mostrato a Luvumbo per comportamento non regolamentare, poi a Weah per un’entrata in ritardo proprio sul numero 77. Intervento duro, ma laterale, dunque corretta l’ammonizione.

Chiesa e Nández

La ripresa si apre con il giallo a Bremer che ferma un’azione promettente del Cagliari trattenendo Shomurodov all’altezza della metà campo. Poi, al 60′, il terzo episodio chiave. Chiesa anticipa Nández che entra sì in ritardo, ma è bravo nel non affondare il colpo e non toccare l’avversario. Il giocatore della Juventus, una volta vista svanire l’azione, si lascia andare e Piccinini opta per la punizione e per la conseguente ammonizione dell’uruguaiano. Decisione che non sembra supportabile, lasciar correre sarebbe stato anche più coerente con il metro utilizzato. Al 69′ appare netta la spinta di Danilo su Luvumbo, ma l’arbitro non fischia. Al 75′ Vlahovic arriva lungo su Scuffet, ritrae la gamba in tempo ed evita il portiere. Rischia il giallo, ma è corretto non ammonire l’attaccante. Nei cinque minuti di recupero concessi due silent check con il VAR, il primo per un contatto a palla lontana in area del Cagliari tra Wieteska e Vlahovic, con quest’ultimo che lamenta un colpo con il braccio largo. Tocco che c’è, ma non tale da giustificare né un rigore né tantomeno un intervento del VAR. Così come nel secondo caso è bravo Piccinini a non punire il tocco con la mano da parte di Augello su cross di Danilo: braccia ampiamente dietro la schiena, giusto lasciar proseguire.

Matteo Zizola

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