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Claudio Ranieri dà indicazioni ai suoi in Cagliari-Como | Foto Luigi Canu

L’Analisi di Modena-Cagliari | Gli errori arbitrali non possono essere un alibi

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Alla fine arriva la prima sconfitta per il Cagliari di Ranieri, caduto per 2-0 in casa del Modena dopo una partita in cui ha avuto più visibilità la pessima giornata dell’arbitro Perenzoni che le prestazioni delle due squadre. È difficile analizzare tatticamente una gara che vede una squadra in dieci uomini per l’intero secondo tempo, diventa quindi necessario focalizzarsi soprattutto sul primo tempo che ha visto ripetersi i soliti problemi dei rossoblù.

I SOLITI PROBLEMI IN COSTRUZIONE
L’assenza di Pavoletti e i pochi allenamenti con la squadra del neoarrivato Prelec spingono Ranieri a schierare ancora una volta Luvumbo al fianco di Lapadula, mossa che ha avuto come conseguenza, come al solito, un ingente numero di palloni regalati in costruzione. La nota più lieve dall’arrivo di Ranieri è senza dubbio il miglioramento della fase difensiva grazie alle buone prestazioni di Altare, Dossena e Capradossi. D’altra parte, le criticità di questo trio diventano evidenti quando è il Cagliari a essere in possesso del pallone a causa degli evidenti limiti in impostazione. Nei rari casi di costruzione dal basso il Cagliari aveva facile superiorità numerica perché il Modena difendeva con solo due attaccanti contro i tre centrali del Cagliari, questo portava uno dei due cosiddetti braccetti, specialmente Altare, ad avere tantissimo spazio per condurre e impostare. Si trattava però di un vantaggio inutile perché l’ex Olbia non ha le capacità per sfruttarlo al meglio. Il ritorno dal primo minuto di Obert – nettamente il miglior centrale dal punto di vista tecnico dei rossoblù – forse permetterebbe a Ranieri di poter giocare con più tranquillità dal basso e palla a terra. Al momento l’unica soluzione possibile risulta essere il lancio lungo, ma per i difensori avversari è fin troppo facile vincere i duelli aerei contro Lapadula e Luvumbo.

Spesso si ritiene che evitare la costruzione dal basso e giocare direttamente lungo sia una mossa più sicura che evita rischi inutili, ma in realtà non è sempre così. Capita non di rado che perdere un duello aereo e non vincere la seconda palla in seguito a un lancio lungo produca situazioni molto pericolose per gli avversari. Nelle due immagini sotto potete vedere un esempio di lancio lungo di Radunovic che nel giro di cinque secondi porta a un’azione pericolosa a favore del Modena. Saltare in questo modo il centrocampo avversario può essere un’ottima mossa se si dispone di un attaccante abile nel gioco aereo, ma farlo in assenza di un giocatore con tali caratteristiche produce soltanto palloni persi.

Le pecche in impostazione dei tre centrali e del portiere diventano ancora più evidenti se abbinate ai difetti di Makoumbou nella posizione di vertice basso con compiti di regia. Il congolese ultimamente sta subendo numerose critiche, ma è necessario considerare che l’ex Maribor al momento è più vittima che artefice dei problemi del Cagliari in quanto gli viene costantemente richiesto un lavoro che evidenzia i suoi limiti e nasconde i suoi pregi. In quella posizione Ranieri avrebbe bisogno di un uomo bravo a giocare a 1-2 tocchi e in grado di lanciare lungo con facilità. Il numero 29 non possiede queste caratteristiche, anzi, si potrebbe dire che rappresenta esattamente l’archetipo opposto.

OCCUPAZIONE DELL’AREA
Sostituire un formidabile attaccante d’area come Pavoletti con un esterno d’attacco come Luvumbo può avere sia dei lati positivi che dei lati negativi. L’angolano aggiunge soluzioni in dribbling e uno contro uno a una squadra che sin da inizio stagione ha dimostrato di non essere in grado di superare le squadre che si chiudono, e allo stesso modo possiede anche l’atletismo e la velocità per fare male in profondità alle squadre che difendono un po’ più alte. Il Cagliari di Ranieri però sviluppa il suo gioco quasi esclusivamente sulle fasce per cercare il cross in mezzo, approccio che rende la presenza di Luvumbo a tratti problematica. Il numero 77 per sua natura tende a giocare lontano dall’area defilandosi sulla destra, lasciando quindi Lapadula isolatissimo tra le grinfie dei centrali avversari, con il solo Azzi che ogni tanto stringe la posizione per dargli una mano.

Il calcio moderno si sviluppa sempre di più intorno agli spazi: i giocatori devono essere in grado di leggerli, interpretarli, svuotarli e riempirli per creare difficoltà agli avversari. È fisiologico che Luvumbo si allontani dall’area di rigore per giocare e toccare tanti palloni, ma quel suo movimento libera uno spazio che dev’essere riempito da un suo compagno, tendenzialmente una mezzala nel 3-5-2. Questo Cagliari non ha giocatori in grado di svolgere quel ruolo. Rog, Nandez e Kourfalidis – giusto per nominare i tre interpreti migliori del ruolo presenti nella rosa di Ranieri – si esaltano quando possono correre palla al piede per vie centrali, però non eccellono negli inserimenti in area di rigore. In questo senso potrebbe rivelarsi prezioso Nunzio Lella, che pur non essendo un giocatore dotato di grande qualità e inventiva ha dimostrato di sapersi buttare dentro senza palla e di vedere la porta.

LA PARTITA DOPO L’ESPULSIONE
Come anticipato all’inizio, l’analisi si sarebbe focalizzata più sul primo tempo perché di solito c’è ben poco da dire dal punto di vista tattico su un intero secondo tempo giocato in inferiorità numerica. Vale la pena però dire due parole sulle scelte e i cambi di Ranieri. Il tecnico testaccino ha iniziato la ripresa inserendo Prelec e Lella al posto di Luvumbo e Capradossi, passando a un 4-3-2. L’idea era quella di mantenere l’equilibrio a centrocampo per poi sfruttare le fasce con Azzi e Zappa che avrebbero dovuto buttare più palloni possibili dentro l’area per Lapadula e Prelec, nella speranza di trovare il gol del pareggio magari anche con un pizzico di fortuna.

I cambi non hanno affatto sortito l’effetto sperato, al 73’ spazio quindi per Millico e Del Pupo (curioso che sia stato preferito a Falco) al posto di Azzi e Lapadula per avere forze fresche in grado di saltare l’uomo sulle fasce, ma il gol di Bonfanti all’83 ha chiuso definitivamente i giochi. Il Modena vince meritatamente perché è riuscito a imprimere sin dal primo minuto il suo gioco e il suo ritmo alla partita anche grazie a un atteggiamento molto aggressivo. Il Cagliari invece continua a ricadere negli stessi errori. Ranieri ha detto a più riprese che il suo obiettivo per adesso è sistemare la fase difensiva e dare sicurezza alla squadra per poi pensare alla fase offensiva. Tuttavia, la sterilità offensiva del Cagliari al momento appare fin troppo evidente ed è opportuno lavorarci il prima possibile.

Marco Lai

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