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Le Pagelle | Cagliari: Luvumbo è sempre lui, Viola impatta male

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Le nostre valutazioni sul Cagliari di Claudio Ranieri dopo la gara numero 26 di Serie A alla Unipol Domus contro il Napoli dell’ex Francesco Calzona. Gara conclusasi con il pareggio per 1-1 firmato da Osimhen e Luvumbo (nel recupero): clicca qui per la cronaca completa del match.

Scuffet 6 – Primo tempo dove si mette in mostra per una buona risposta in tuffo su Raspadori, anche se in qualche uscita bassa è un po’ timido. Nella ripresa fa praticamente da spettatore, ma per il solito regalo della sua squadra è costretto a raccogliere il pallone dalla rete. Bravo nel recupero su Simeone.

Nandez 7 – Poco prima del fischio d’inizio lascia il suo bigliettino da visita a Kvaratskhelia: “Piacere sono Nahitan, il tuo incubo”. Ranieri lo piazza a uomo sul 77 dei partenopei e lui gioca un primo tempo di garra e voglia. Difende e riparte senza mai fermarsi, aiutando spesso i suoi con le uscite palla al piede. Nel secondo tempo si conferma: il ruolo di terzino ordinato a tutta fascia gli sta bene addosso.

Mina 6,5 – Dopo averlo visto sfidare Osimhen a muso duro nei primissimi minuti Netflix sta pensando di dedicargli una serie: Yerry. Un concentrato di azione, risate e tanta ignoranza. Quella che piace. Nel primo tempo annulla quasi sempre il centravanti del Napoli. Nella ripresa non trema e su alcune situazioni in contrasto aereo evita maggiori pericoli.

Dossena 6,5 – Non prende la prima copertina, ma nel primo tempo fa un grandissimo lavoro nell’ombra. Lotta anche nei ripiegamenti in velocità, anche su Osimhen, che in teoria non sarebbero il forte della casa. Importante a inizio ripresa in chiusura di testa su punizione tagliata del Napoli.

Augello 5,5 – Fa un ottimo primo tempo, va detto. Ogni tanto esagera la giocata offensiva, ma c’è sempre nelle due fasi. Ottimi diversi anticipi sull’esterno che permettono al Cagliari di distendersi con continuità. Nella ripresa parte ancora bene, poi Viola lo mette in difficoltà e lui non riesce a chiudere Raspadori. Poteva e doveva fare meglio. Episodio che macchia la sua prova (dal 76′ Oristanio SV – Torna dopo il lungo infortunio, non è al meglio e si vede. Prova qualche guizzo con più fame che gamba).

Deiola 6 – Non è bello, ma balla. Fa un primo tempo di sostanza ed efficacia. Carica i suoi quando serve e si esalta nel lavoro sporco in mezzo al campo. Se il Napoli sbaglia tanto in costruzione dalla metà campo in su è anche merito suo. Nella ripresa la gara diventa ancora più nervosa e anche lui finisce nel tritatutto di un match dove schemi e giocate non riescono quasi mai né a una né all’altra squadra.

Makoumbou 6 – Fa ordinato di secondo nome per tutto il primo tempo. Non vuole strafare perché sa di dover riguadagnare gerarchie nel cuore del tifo rossoblù e si limita a fare un ottimo filtro, sia su Zielinski che in raddoppio su Kvara aiutando Nandez. Bene, sempre nei primi 45′, nella prima costruzione. Nella ripresa continua il lavoro di contenimento e preventivo, un po’ lento nel manovrare quando serve accelerare.

Luvumbo 6,5 – Fa un primo tempo da vero indisponente. Sbaglia un paio di buone ripartenze e si divora un gol di testa con Meret a terra e fuori dai pali. Vero anche che mette due ottimi cross per Lapadula e Jankto, ma si accende con pochissima costanza. A inizio ripresa prende un giallo ingenuo e inutile, simbolo del pizzico di nervosismo di troppo che ogni tanto che lo contraddistingue. Sullo schema che porta al tiro di testa di Osimhen nella ripresa, lui in marcatura sulla bandierina è molto distratto. Resta però la croce e la dolcissima delizia di questa squadra e infatti in pieno recupero approfitta della dormita colossale di Juan Jesus e fa un gran gol per l’1-1.

Gaetano 5,5 – Fa una prima frazione nel frullatore delle emozioni. E per il figlio di Napoli non potrebbe essere altrimenti. A tratti insegue e in altre occasioni invece crea bene con la sua qualità palla al tempo. Nella ripresa finisce ancora di più nell’ombra e Ranieri lo richiama. Sente troppo la gara e lo paga (Dal 61′ Viola 4,5 – Entra per dare qualità e invece la rete del Napoli dello 0-1 arriva su un suo bruttissimo retropassaggio. Per il resto non mette quel brio che serve a un Cagliari che poteva anche raccogliere di più).

Jankto 6,5 – Fa probabilmente il miglior primo tempo da quando è in Sardegna. Attacca e difende con continuità, lo trovi ovunque alla Domus nei primi 45′ contro il Napoli. Ha anche una buona chance di testa ma gira male verso i pali. Un netto miglioramento rispetto al recente passato. Nella ripresa cala fino all’infortunio all’ora di gioco. Voto di incoraggiamento dopo tante fatiche (Dal 61′ Zappa 5,5 – Entra e fa prima l’esterno alto a destra e poi il terzino a sinistra. Non dà però una vera e propria scossa al match. Su Politano insegue spesso in ripiegamento).

Lapadula 6 – Prima parte di gara da pallina impazzita. Rimbalza ovunque con la speranza di rimbalzare in gol. Meret gli dice di no su una furba girata di testa, poi in fuorigioco ostacola Rrahmani e il Cagliari si vede annullato l’1-0. Per il resto però il suo primo tempo fa rima con sacrificio e dedizione alla causa. Nella ripresa finisce per circa 15′ sistematicamente in fuorigioco e Ranieri lo richiama (Dal 61′ Pavoletti SV – Sfortunato, entra e prende due manate incredibili da parte di Juan Jesus che se la cava come se niente fosse. Spaventa il suo gesto ai tifosi, in stile ho rotto tutto, all’uscita dal campo; Dal 76′ Petagna SV – Entra con voglia ma si spegne un po’ troppo presto finendo con lo sbattere sistematicamente contro i centrali partenopei).

Allenatore: Claudio Ranieri  6,5 – In settimana tutti allenatori, compresi noi giornalisti. Poi arriva una gara chiave a livello mentale e lui zittisce tutti schierando una formazione che sta bene in campo. Non sarà clamorosamente bello questo Cagliari ma se la gioca alla pari contro il Napoli. Sor Claudio sbuffa come un matto per 96′, si vede che soffre a vedere la sua squadra non riuscire a portare dalla propria il risultato. Alla fine però ci pensa Zito nell’ennesima rete nel recupero dei rossoblù a rendere giustizia a una sfida dove uscire senza punti sarebbe stato un suicidio.

Roberto Pinna

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