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Claudio Ranieri e Nereo Bonato | Foto Centotrentuno

Mercato Cagliari, il bilancio: da Prelec a Viola, pesano le mancate uscite

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Tanto rumore per nulla, riassunto quasi perfetto del mercato di gennaio del Cagliari. Due innesti e due cessioni, Paulo Azzi in entrata e Franco Carboni in uscita sulla corsia sinistra e Nik Prelec a rimpiazzare Gastón Pereiro nel reparto offensivo. İl resto rimasto a mezz’aria, tra i dubbi di chi sarebbe potuto atterrare in Sardegna e la difficoltà a piazzare chi era pronto con le valige in mano a salutare l’Isola.

Condottiero

Poca liquidità, una rosa ampia e spazio di manovra ridotto. In testa il vero colpo del mercato rossoblù, arrivato prima ancora che aprissero le danze. Il ritorno in Sardegna di Claudio Ranieri ha un’importanza quasi inutile da sottolineare e, soprattutto, è stato la ragione principale di un cambio di rotta sostanziale nelle intenzioni. Il tecnico romano, infatti, ha di fatto ribaltato i giudizi sui tanti singoli che al tempo di Liverani apparivano quasi inadatti alla categoria, aprendo una nuova analisi dei bisogni che ha ridotto sensibilmente la necessità di interventi radicali. Al netto di questa premessa, il vero nodo che ha bloccato il mercato del Cagliari è un vecchio problema che ritorna anche in questo gennaio 2023. Gli acquisti estivi che si sono rivelati errati, ma che nonostante le intenzioni non è stato possibile piazzare altrove. La conferma arriva dai movimenti messi nero su bianco: a ogni entrata è corrisposta un’uscita nello stesso settore del campo. E senza cedere è diventato così complicato comprare. Non un alibi, bensì una colpa che però nasce da lontano.

Rinascita chiave

La novità per certi versi positiva è che il Cagliari con il direttore sportivo Nereo Bonato in sella non ha comprato tanto per comprare. Ovvero, ha tenuto saldo il timone e non è sceso a patti con la necessità di dare il nome alla piazza. L’ultimo esempio l’affare Radovanovic, con il giocatore della Salernitana che ha sì preferito restare in Campania – pur se con il contratto in scadenza – ma con la società rossoblù che non è andata oltre l’offerta fino al prossimo giugno. Ranieri era stato chiaro fin dalla conferenza stampa di presentazione con quel “voglio guerrieri che sentano l’appartenenza all’Isola” e così è stato anche in chiave mercato. Non senza mancanze, soprattutto per quel che riguarda le uscite, ma non solo. In porta oltre alla conferma della titolarità di Radunovic si è scelto di non portare in Sardegna un secondo al posto dell’infortunato Ciocci. Fiducia ad Aresti, in attesa del recupero del giovane ex Olbia. In difesa è rimasto Goldaniga più per assenza di pretendenti che per reale convinzione. Con il passaggio alla linea a tre manca un sesto centrale, il sogno Colley presto spezzato dai dubbi del sampdoriano nonostante la presenza di Ranieri in panchina. La rinascita di Zappa ha chiuso ogni discorso sulla destra, mentre a sinistra Azzi ha rimpiazzato Carboni, mentre Barreca – con il suo ingaggio – è rimasto in rossoblù nonostante le valige pronte a inizio mercato.

Traffico

Da priorità ad aspetto secondario fino alla chiusura definitiva a qualsivoglia innesto. I rientri dei lungodegenti Rog e Mancosu hanno di fatto tolto ogni velleità alla ricerca di nuovi centrocampisti. L’esplosione definitiva di Kourfalidis la pietra tombale definitiva per un reparto nel quale il traffico sembra quello di una via del centro prima di Natale. Nández ancora in rossoblù – pochi i dubbi almeno questa volta – e assieme a lui e al giovane greco anche Makoumbou, Lella, i sopracitati prossimi al rientro e Deiola, pronto a tornare a disposizione a marzo. Finita qui? No, perché anche Viola è rimasto agli ordini di Ranieri, altro nodo non sciolto alla voce cessioni. Così, nonostante l’assenza di un regista di ruolo – tolto l’ex Benevento – va da sé che un volto nuovo avrebbe soltanto aumentato eccessivamente il numero di centrocampisti in un reparto già extra-large. Hongla, Adopo e soprattutto Radja Nainggolan hanno scelto altre strade oppure sono rimasti nella squadra di appartenenza, con buona pace di tutti. Il Ninja ancora una volta protagonista di una telenovela che lo ha portato dall’amico De Rossi alla SPAL, ancora una volta attore di un sequel che non uscirà mai nelle sale.

Sorpresa

Prima l’Italia con Piccoli e Tsdjout, poi la Norvegia con Sæter, infine la Slovenia via Austria con Prelec. La storia dell’attacco del Cagliari ha però un elemento che ne ha retto le sorti. Il passaggio alle due punte messo in atto da Ranieri ha infatti cambiato le priorità, i problemi fisici di Pavoletti hanno fatto il resto. A inizio sessione il reparto offensivo non appariva in cima alla lista dei bisogni, ma il cambio tattico ha reso necessario anche un cambio di linea. Pereiro salutato direzione Nacional Montevideo – anche qui con un’inversione a U e il prestito accettato all’improvviso come soluzione – e un vice Pavoletti da regalare a Sir Claudio. Il tentativo per Piccoli finito nel vuoto della Serie A più attraente per il giovane atalantino, Tsdjout della Cremonese tenuto in ballo solo come opzione da ultimi minuti. Il vero obiettivo Sæter si è scontrato con il muro del Rosenborg nonostante il contratto in scadenza (a dicembre 2023) e così ecco lo sloveno Prelec del Tirol, Bundesliga austriaca. Ex Sampdoria Primavera, conosciuto da Ranieri, giovane ma con esperienza nel calcio dei grandi, il profilo alla Pavoletti ma futuribile ricercato fin dall’inizio. Con la certezza Lapadula, a completare io reparto due giocatori dalle caratteristiche diverse dai compagni come Falco e Luvumbo, oltre a Millico. Come per difesa e centrocampo così anche in attacco è mancata la cessione prevista, quella dell’esterno scuola Torino. Ed è qui che Ranieri dovrà risolvere uno dei problemi lasciati dal mercato, quello di una rosa fin troppo ampia e con alcuni elementi la cui fedeltà alla causa verrà messa a dura prova dalle cessioni non portate a termine. Oltre al classico fare di necessità virtù, perché così come i recuperi dei vari Altare, Dossena e Zappa sarà necessario fare altrettanto con altri giocatori finora sotto le aspettative, oltre che provare ad adattare chi c’è a compiti non propriamente nelle loro corde, come Makoumbou in regia o Luvumbo più vicino al centravanti.

Matteo Zizola

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