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Aru: “Sogno un ciclista sardo di livello, l’Academy un regalo per la mia terra”

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L’ex ciclista professionista Fabio Aru ha parlato a Radio Rai, durante la trasmissione Sulle Strade del Giro: il classe 1990 ha parlato della sua Academy (che recentemente ha portato il suo messaggio nelle scuole del Medio Campidano) e ha fatto un punto sul Giro d’Italia in corso.

Sguardo al futuro
“L’idea è nata nel 2017 quando ero ancora professionista. Sulle basi della mia prima società di Villacidro era nata quest’idea dell’Accademia, poi è confluita nella Fabio Aru Academy da quest’anno con lo staff e gli allenatori di sempre. Sta andando molto bene, sono sempre stato molto seguito dalla Sardegna e da Villacidro. Sono orgogliosamente sardo e volevo dare indietro a Villacidro e alla mia terra il tifo che ho avuto in questi anni. Per i più piccoli si tratta di un gioco, ma per i più grandetti ci adattiamo e proviamo a fare una preparazione specifica. Anche tante imprese locali hanno sostenuto questo progetto, sono davvero contento. Chi è in Sardegna o in Sicilia, sa di dover fare sacrifici più grandi rispetto ad altre regioni. Mi piacerebbe che in Sardegna e nel Sud in generale ci siano delle strutture che permettano di crescere anche vicino casa. Sto cercando di fare di tutto per farlo, il mio sogno sarebbe vedere un atleta sardo a buoni livelli. Non è un passaggio immediato, ma ci stiamo dando da fare per la Sardegna, la mia regione”,

Il Giro d’Italia  in corso
“Conosco Caruso da molto, speriamo bene per lui. Ha l’opportunità di fare bene. Il maltempo ha colpito la corsa, sicuramente è un Giro molto duro. Speriamo in Damiano. Nel 2013 e nel 2014 abbiamo corso con la neve, condizioni così avverse ti provano parecchio. In questa edizione abbiamo perso corridori importanti. Favorito? Non saprei, Thomas e Roglic hanno caratteristiche simile e sanno vincere. Al momento direi Roglic. Chi fa classifica lo sa bene che deve essere performante per 21 giorni, deve farsi trovare sempre pronto e nelle giuste posizioni per evitare cadute. Gli imprevisti ci sono, ma anche questo fa parte del ciclismo”

La Redazione

 
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