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Cagliari, Bonato: “Barak avrebbe reso il mercato perfetto. Rinnovo Nandez? Porte aperte”

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In occasione dell’ultima puntata de “Il Cagliari in Diretta“, l’ospite di giornata è stato il direttore sportivo dei rossoblù Nereo Bonato. Tanti gli argomenti trattati dal dirigente della società isolana, a partire dal momento che stanno vivendo gli uomini di Claudio Ranieri ma anche sulla sessione invernale di mercato appena trascorsa. Di seguito vi riportiamo un estratto delle sue dichiarazioni.

Sul mercato

“Il nostro è stato un mercato equilibrato che doveva tenere presente di parametri economici vincolanti e della necessità comunque di andare a limare un gruppo numeroso. Tutto questo con l’obiettivo di portare i correttivi giusti per migliorare la rosa. Abbiamo fatto quattro cessioni, tre di queste erano di giocatori senza minutaggio. Inoltre abbiamo avuto una proposta vantaggiosa dal Como, sia per noi che per Goldaniga, che ci ha aperto le porte per muoverci. Con Mina cercavamo un leader che ci portasse cattiveria agonistica e centimetri, mentre Gaetano che ci dà qualità e dinamicità in avanti. Avevamo in canna il terzo colpo, ovvero Barak, che avrebbe reso il mercato perfetto. Però per dinamiche indipendenti da noi non siamo riusciti a chiuderlo. Dovremo essere bravi nel trovare le caratteristiche di Barak all’interno della nostra rosa. Con Ranieri e il presidente Giulini si è ragionato insieme sia nel mercato estivo che in quello invernale. Il percorso che abbiamo fatto dimostra l’unità di intenti. Il presidente ci sta vicino anche se è meno visibile del passato. Quando si arriva da una doppia rivoluzione come quella della retrocessione e della promozione, è logico che ci sia qualche difficoltà. Noi abbiamo lavorato a lungo e a breve termine sugli acquisti, bisogna avere pazienza e la forza di aspettare. Non deve essere però un’attesa passiva, ma attiva per velocizzare questo percorso di crescita”.

Su Mina

“Quando è arrivato a Firenze aveva qualche problema fisico, poi ogni allenatore ha la propria filosofia di calcio. Quello di Italiano è un gioco che cerca molto il fraseggio, che opta per la difesa alta. Probabilmente situazioni di gioco che non valorizzavano le caratteristiche di Mina. Italiano probabilmente ha trovato la quadratura difensiva con gli interpreti che aveva quando il colombiano è stato assente. La nostra è stata una scelta buona, lui lo conosciamo bene perché lo cercavamo già in estate. Le sue qualità di leadership fanno comodo alla nostra linea difensiva. Sulla scelta in estate nel preferire la Fiorentina al Cagliari? Penso fosse una scelta normale, in particolare quando le opzioni sono: o quella di andare a vestire la maglia di una squadra che partecipa alle coppe europee, oppure quella di una neopromossa”. 

Sulla trattativa per Barak

“Sia tra club che con il ragazzo avevamo trovato l’accordo. Noi avevamo fatto tutti i conti del caso, prestando attenzione ai minimi parametri economici. Loro cercavano Reyna e Gudmundsson e ci hanno provato in tutti i modi a portarli a Firenze. Ma poi il Nottingham Forest ha fatto un’offerta migliore della Viola e il Genoa ha detto no a un’offerta importante per Barak. Noi ci siamo dovuti adeguare. Tutte le altre squadre che lottano in zona salvezza hanno dovuto fare delle cessioni importanti per fare mercato, noi abbiamo conservato l’intera ossatura riuscendo a portare a Cagliari due giocatori che hanno fatto un mercato importante”. 

Sulle varie offerte ricevute durante il mercato invernale

“Abbiamo dovuto dire dei no importanti, la volontà nostra era quella di mantenere la giusta ossatura e innestarla con gli acquisti corretti. Abbiamo ricevuto offerte sia per Makoumbou, che per Obert e Luvumbo. Noi però non li abbiamo voluti far andare, ora è importante raggiungere la salvezza per gettare le basi per costruire qualcosa di più solido”

Sui giocatori in scadenza di contratto

“Tutti i ragazzi che sono in scadenza o in prestito hanno preso a cuore la nostra causa. Nandez? Nahitan ha un grande amore nei confronti di Cagliari e della Sardegna, darà tutto per ottenere il massimo. Poi a livello personale ci sono delle dinamiche economiche che andranno fatte. Noi però non chiudiamo le porte e lasciamo aperta ogni possibilità”.

Sulla sua esperienza da direttore sportivo al Cagliari

“Il mio anno è stata ricco di alti e bassi ma si può definire bellissimo. Ho avuto la fortuna di vivere un’esperienza indimenticabile come la vittoria dei playoff. Ho avuto, inoltre, la possibilità di vivere quello che Gigi Riva è stato per il Cagliari e toccar con mano il riconoscimento che ha dato tutta la Sardegna a questo personaggio unico. Riva è un grande esempio che deve essere mostrato a tutti i giovani. Di Riva bisogna parlarne, lui deve essere un esempio per le nuove generazioni”.

Su come sta il Cagliari

“Il nostro percorso è stato altalenante, nel primo ciclo di partite abbiamo faticato tantissimo. Il picco è stato toccato nel 4-1 dell’andata contro la Roma, ma la gente ci ha dato la forza di reagire e da quel momento ci siamo ritrovati risalendo la classifica. Poi abbiamo avuto due grandi opportunità per dare continuità: come la gara di Verona o quella di Frosinone. Quei match ci avrebbero potuto indirizzare in qualcosa di diverso, ma sono state possibilità che non siamo stati bravi a capitalizzare. Questo significa che ci manca ancora qualcosa. C’era la possibilità di spiccare il volo a Verona ma non è andata bene. A Frosinone, vedendo la classifica di fine primo tempo quando eravamo in vantaggio, la situazione era splendida però loro sono stati più bravi di noi e l’hanno ribaltata. Quella gara è stata il primo contraccolpo, poi c’è stato il match contro il Torino, con i due gol subiti nel primo tempo che hanno indirizzato la gara. Infine c’è stata la partita di Roma. In questi giorni ci siamo confrontati per trovare le soluzioni necessarie. Mancano ancora 15 partite. Vero la classifica non è bellissima, ma siamo tutti appaiati. Questo ci fa ben sperare. Però ci manca qualcosa, ne siamo consapevoli e dobbiamo trovare tutti assieme ciò che ci serve per diventare una squadra rognosa. Con le grandi siamo stati piccolini e questo non va bene”. 

Sulla differenza tra il rendimento in casa e quello in trasferta

“La differenza è mentale. Giocare in casa con la spinta del proprio pubblico, che magari ti perdona qualche errore e che ti galvanizza, è importantissimo. In questo momento è uno dei punti fermi che dobbiamo coltivare, anche perché in casa ci giocheremo da qua al termine del campionato tante chance di salvezza. Però fuori casa dobbiamo fare di più. Dobbiamo avere la convinzione di poter vincere in trasferta, ci sono le qualità ma anche dei limiti, noi dobbiamo essere consapevoli ed evidenziare i punti di forza. Quando si alza il livello di qualità delle giocate o si accorciano i tempi del pressing, è importante sporcare qualche linee di passaggio. Se non ci riesci le avversarie ti fanno girare tanto, questo lo hanno fatto in tante. Noi dobbiamo trovare la rabbia giusta per invertire questo trend e dobbiamo crescere

Sulla lotta salvezza

“Negli altri campionati chi lotta per salvarsi ha gli stessi punti nostri. La salvezza è a quota 35 punti, ne dobbiamo fare ancora tanti. Ora però quello che si evince è che il Cagliari è troppo tenero con le big, si può anche perdere ma l’importante è combattere. Ogni partita può essere quella della svolta, una vittoria può far scattare determinati meccanismi all’interno del gruppo e nella testa dei calciatori. Ogni partita va affrontata cercando di ottenere il massimo. Noi abbiamo uno step da fare e dobbiamo farlo tutto insieme. Deve crescere la mentalità “di squadra che si deve salvare”, questo è lo step necessario da fare”.

Sulla poca visibilità mediatica del presidente Giulini

“Quella è stata una scelta del presidente, ma non ci fa mancare mai nulla. Dà consigli ed è sempre presente, la sinergia con lui è totale. Ci sono le condizioni per lavorare bene”.

Infortunati

“Il primo che dovrebbe tornare è Oristanio, poi dopo poco sarà il turno Shomurodov. Indicativamente ritorneranno verso fine febbraio. Poi spetterà a Rog, lui è reduce dal terzo infortunio al crociato. Per lui è determinante trovare minutaggio, ha la necessità di giocare. Il mercato croato per lui può essere una possibilità. Giocare in questi mesi, magari in un campionato di livello più basso, gli permetterebbe di arrivare in condizione alla prossima stagione e mettersi in gioco. Per Marko serve un ambiente con meno aspettative e più tranquillo. Se dovesse arrivare un’offerta sarebbe una bella soluzione sia per noi che per lui”.

Sull’umore dei tifosi

“Capisco la delusione dei tifosi, tutti noi ci aspettavamo di avere qualche punto in più. Ora non abbiamo bisogno di fare mercato tra gli svincolati. Noi cercavamo Barak per dare esperienza e forza al centrocampo, però con questi due innesti abbiamo valori aggiunti. Quando torneranno Oristanio e Shomurodov avremo soluzioni importanti. Il reparto offensivo è stato falcidiato da tanti infortuni, siamo stati penalizzati, ma questo non deve essere una scusa. Alla lunga i valori verranno fuori ma noi faremo il nostro percorso, con degli ostacoli, ma raggiungeremo il nostro obiettivo”.

Su Ranieri

“Il mister ha un’esperienza e una competenza tale che per noi è solo un valore aggiunto. L’unione di intenti ci permette di parlare liberamente per trovare le soluzioni. Lui ha carisma, personalità e l’appoggio di tutta la gente. Questo permette di avere serenità e lucidità per affrontare al meglio le difficoltà”.

La Redazione

 

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