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Canzi: “Corsa playoff è ancora lunga”

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Il tecnico della Primavera rossoblù è intervenuto negli studi di Sportitalia, facendo un bilancio della stagione del suo Cagliari a un passo dai play-off.

Queste le parole di Max Canzi, intervistato dai colleghi di Sportitalia: “Ancora ci stiamo guidando verso il nostro vero sogno, che è la permanenza nella categoria. Prendiamola e poi vedremo: non bisogna dimenticare che siamo una neopromossa. Abbiamo capito che ci possiamo stare, ma bisogna che per l’anno prossimo ci sia la conferma”. 

Come ha ritrovato questa nuova interpretazione del campionato Primavera? “Decisamente è un altro campionato, livellato verso l’alto rispetto a quello che avevamo lasciato. Secondo me è meglio per la crescita dei ragazzi, che si abituano a giocare per qualcosa, soprattutto in coda: giocare per non retrocedere succede anche nel calcio dei grandi, serve per crescere prima. La logistica incide: viaggi e costi, elevatissimi per noi. Abbiamo quattro squadre che fanno i nazionali, quindi teniamo un profilo basso, tanto che cerchiamo di fare trasferte in giornata. Sorrido quando i colleghi si lamentano delle trasferte in Sardegna, noi lo viviamo ogni due settimane. La storia della trasferta complicata per noi smette di essere un alibi già dall’Under 15: siamo abituati così, quest’anno è stata la dimostrazione. Il nostro rendimento esterno è stato nettamente migliore di quello in casa. Abbiamo segnato pochi gol (32), ma compensiamo con i pochi subiti (34)”.

Su tutti brilla la stella di Ladinetti: “Riccardo è un giocatore da sempre molto considerato nel settore giovanile, nell’ultimo periodo è sbocciato tecnicamente e mentalmente. Speriamo continui così, lo sviluppo dei ragazzi è sempre molto delicato. È un ragazzo molto serio, si allena benissimo, crediamo che possa diventare un calciatore molto importante”. 


Le colonne storiche nel settore giovanile, come Conti e Agostini sono una forza in più per il Cagliari Primavera.Il senso d’appartenenza al territorio e al club è una delle cose che caratterizza la gestione del presidente Giulini. Il fatto di avere Cossu a collaborare con lo scouting appena finita la carriera da giocatore, la presenza di Conti come direttore sportivo della Primavera è una cosa fondamentale: Daniele non credo abbia perso un solo nostro allenamento, Agostini sta facendo un lavoro straordinario. Se abbiamo subito pochi gol molto del merito è suo”.

Ok le bandiere, ma molto dipende dall’importanza che la dirigenza del Cagliari dà alle giovanili. “Sono tante le società che si vantano di dare grande importanza al settore giovanile, non tutte però lo fanno. Noi siamo molto fortunati: il presidente e tutto il suo staff ci stanno molto vicini. Ci segue sempre, conosce personalmente i giocatori delle giovanili, fino all’Under 15. Il rapporto con la Prima squadra è ottimo, abbiamo un rapporto diretto e immediato: in alcuni momenti abbiamo dato il nostro contributo e questo è stato apprezzato, come testimoniano le parole di Padoin, dopo una partita, che ha voluto ringraziare tutta la nostra realtà”. 

Qualche ricordo sui suoi calciatori allenati in passato?Sono legato a tutti coloro che ho avuto, ricordo volentieri Colombatto perché è stato il mio regista del mio primo Cagliari Primavera, era l’anima della mia squadra. Anche Biancu, che abbiamo inserito in squadra nonostante fosse due anni sotto età, credo che sia uno di quei calciatori su cui il Cagliari punta tanto. Han porta con sé una storia divertente: è venuto ad allenarsi con noi, a metà del primo allenamento chiamai Beretta per dire che il ragazzo era di tutt’altro livello. Fece il Viareggio con noi, poi passò con i grandi”. 

Otto sardi in campo: “Ci andiamo vicini ogni gara: cerchiamo di portare in Primavera il maggior numero di calciatori che arrivano dal settore giovanile o dall’Academy di Bernardo Mereu, perché quella è la nostra identità. Abbiamo pochissimi stranieri, di cui due sono migranti che abbiamo pescato in Sardegna (Kouadio e Camara). Il senso di appartenenza è dato anche dalla bandiera dei Quattro Mori appesa all’ingresso dello spogliatoio”. 

Un grande Cagliari contro le big: “Entrambe le partite con l’Inter hanno portato un risultato bugiardo, secondo me. Abbiamo vinto col Torino al Filadelfia e con la Fiorentina sia all’andata che al ritorno. Per il tipo di calcio che cerchiamo di esprimere, ci riesce meglio giocare contro chi prova a farlo, come noi. Con chi si chiude, invece, facciamo un po’ di fatica, ma ce le giocheremo fino alla fine. Alla Sardegna Arena abbiamo giocato contro Juventus e Inter: lo spogliatoio della Prima squadra e il sottopassaggio regalano belle emozioni. Ci fa avvicinare un pochino al calcio dei grandi, ma noi spingiamo molto sul far tenere ai ragazzi un profilo basso. È importante soprattutto sul piano etico, secondo noi. L’unico modo di farlo bene è avere un club alle spalle, perché se ci sono forze esterne a tirare i fili diventa un problema: per i ragazzi, beninteso, perché li si illude. Pochi di questi ragazzi arriveranno a giocare in Serie A e B: se hai un club alle spalle puoi fargli capire con le buone, a volte con le cattive, che la strada è difficile e complicata. Bisogna remare tanto per arrivare in fondo”. 

Un calendario non facile per il finale di stagione: “Un cammino interessante e complicato, ma questo campionato ci ha insegnato che tutti possono vincere o perdere contro chiunque. Questa settimana ci guardiamo le partite delle altre. L’Udinese potenzialmente poteva giocare senza pensieri, mentre per noi poteva essere complicata come quella contro il Palermo. Abbiamo gli scontri diretti sfavorevoli contro Chievo e Juventus: contro i veronesi all’andata prendemmo quattro gol al primo tempo, presi da una squadra che fino ad allora non aveva mai segnato né fatto punti. La corsa play-off è ancora lunga, ma a mio avviso la Juve è una delle squadre tecnicamente più valide del campionato: prova sempre a giocare e forse questo è un limite a livello di classifica, ma sono mentalizzati in quel modo. Bisogna vedere quali sono gli obiettivi della stagione: provare a giocare sempre aiuta la crescita dei ragazzi, anche se bisogna dare un colpo al cerchio e uno alla botte, senza perdere di vista la classifica”.


Avete parlato con Mario Beretta del suo Milan? “È la dimostrazione di come questo campionato sia complicato, vista l’altissima qualità tecnica dei rossoneri. Mario è un carissimo amico, ci sentiamo sempre e anche lui sta cercando di dare una mano a quell’ambiente. Vedendola da fuori credo che per una squadra abituata a vincere cambiare mentalità sia davvero complicato. Ecco perché la riforma del campionato aiuta a far crescere meglio i ragazzi”. 

Quando si capisce che il calciatore è pronto per il salto tra i grandi? “Noi abbiamo la grande fortuna di allenarci tutti nello stesso centro sportivo, dove noi giochiamo le nostre partite cui assiste spessissimo lo staff della Prima squadra. Ci si confronta, ma l’occhio vero è il loro. Purtroppo, a volte, alcuni ragazzi sembrano essere pronti e non lo sono, ma per fortuna vale pure il contrario. Giocare sotto età in Primavera è difficile, ma diciamo che dall’Under 17 alla Primavera ci sono quattro gradini, dalla Primavera alla Prima squadra c’è un palazzo da scalare”. 

Barella è così forte come dicono tutti? “È un giocatore che cresce quasi inaspettatamente ogni anno. Ha fatto le giovanili da ’97 più forte di tutti. In Prima squadra ha giocato poco al primo anno, prima di Como. Poi il primo anno in Serie A bene, il secondo ancora meglio, in questo ha esordito in Nazionale, ha pure segnato dopo poche presenze…Ha talento e fame, si allena sempre in modo incredibile, un ragazzo straordinario. È chiaro che noi tifosi del Cagliari speriamo possa rimanere per sempre qui, ma poi è ovvio che ci siano anche esigenze sue e del club. Quando raggiunge il suo livello di quest’anno, con la Nazionale, c’è poco da dire”.

Lavorerà sempre con i giovani? “Ho firmato un biennale qualche settimana fa, felicissimo della proposta della società. È una categoria che mi piace tanto come età, credo che i ragazzi di oggi sappiano bene dove vogliono arrivare: se dai loro tanto, loro ti danno altrettanto”. 


 

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