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Giacomo Devecchi prima dell'inizio di gara 4 tra Dinamo Sassari e Reyer Venezia

Dinamo, Devecchi: “Resto a Sassari perché qui c’è la mia vita”

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Quella 2023-2024 sarà la prima dopo diciassette stagioni senza Jack Devecchi sul parquet con la maglia della Dinamo Sassari. Per l’ormai ex capitano biancoblù si profila però un ruolo nella dirigenza del club sassarese, anche se non ancora svelato. Il “ministro della Difesa” si è raccontato sulle pagine de La Nuova Sardegna in una lunga intervista. Di seguito un estratto.

Sull’essere bandiera della Dinamo

“L’ultima bandiera? A furia di sentirmelo dire quasi ci credo… Diciamo di sì. Sono cresciuto ammirando le bandiere, i giocatori che oltre ciò che hanno dato sul campo hanno potuto dare qualcosa anche fuori. Ho avuto la fortuna di farne parte anche io e sicuramente ne vado fiero. Io come Gigi Riva? No, quelli sono mostri inarrivabili, è un po’ una blasfemia. Forse ci può accomunare il legame che si è creato al di fuori del rettangolo di gioco. Ma lui è stato campione vero, ha fatto qualcosa di unico e irripetibile per un’Isola”.

Sul suo arrivo a Sassari

“Quando sono arrivato il mio pensiero era fare un anno e andare via. Ero in prestito da Montegranaro per due anni, volevo dimostrare di essere all’altezza, volevo crescere in A2 e tornare per giocarci in A, poi invece ho cambiato idea, ho sposato sempre più il progetto della Dinamo e in A ci sono arrivato con la maglia di Sassari, il resto è quello che sappiamo”.

Sui momenti più belli vissuti

“Il ricordo più vivo è sicuramente quello della vittoria dello Scudetto, qualcosa di indescrivibile, ciò che hai sempre sognato da ragazzino si era avverato. E poi, non per importanza, l’applauso che mi è stato tributato da tutto il palazzetto dopo gara 3 con Milano giovedì. Cose che restano in profondità”.

Sul rapporto con Sassari

“Cosa ho trovato a Sassari? Il legame che si è reato, i rapporti più intensi e veri sono qui. Quando arrivai eravamo in Legadue e quindi si era visti solo come dei ragazzi che giocavano a basket, non idoli. Così, vinta qualche diffidenza iniziale, c’è stato il tempo di far maturare rapporti importanti e… caldi, figuriamoci per me che arrivavo da Milano dove le relazioni sono un po’ più fredde. Questo mi ha fatto decidere di restare qui a vita, perché qui c’è la mia vita”.

La Redazione

 
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