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Francesco Loi | Foto Asd Muravera Calcio

Muravera, Loi: “Chiudiamo a testa alta. Le istituzioni? Non ci hanno mai aiutato”

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Un pareggio ricco di gol e che permette al Muravera di eguagliare il record di punti in Serie D della passata stagione quello per 3-3 contro l’Aprilia. Al termine della gara, mister Francesco Loi ha parlato della partita, della stagione e del futuro dei gialloblù, ancora molto incerto per la questione campo. Queste le sue parole.

Sulla gara

Sono molto soddisfatto di questa partita, perché mi sono divertito. Abbiamo visto degli attacchi bomba, delle difese troppo allegre ma anche dei grandissimi gol, cose non semplicissime da vedere in categoria: la punizione di Milani, il gol di Cadau, il gol di Mancosu su triangolazione. Non era facile giocare alle 14:30 con 35 gradi, invece l’abbiamo affrontata con lo spirito giusto, siamo andati a riposo immeritatamente in svantaggio. Siamo stati bravi nel secondo tempo a rimetterla subito in piedi perché sennò sarebbe stato difficilissimo. Alla fine il pareggio premia due squadre che hanno fatto molto bene. Complimenti all’Aprilia perché quest’anno è una delle squadre che mi ha impressionato di più sotto il profilo della qualità, anche se avevo pochi dubbi visti alcuni elementi molto importanti. I miei ragazzi hanno dimostrato di essere all’altezza, sono contento della partita e del risultato che ci consente comunque, dopo un anno di problemi, cambiamenti e incognite, di chiudere con gli stessi punti dello scorso anno. Abbiamo fatto più punti al ritorno che all’andata che in Serie D è una cosa difficilissima, potevamo fare qualcosa in più ma certe cose ti limitano e il campo è una di quelle“.

Sulla stagione

Non mi pento di nessuna scelta fatta. Siamo partiti a giugno con un’idea e l’abbiamo portata fino alla fine. I cambiamenti sono stati pochi: a dicembre sono arrivati Mileto e Demontis perché alcuni giocatori hanno chiesto di cambiare ma non per problemi con la società, ma perché in quel momento hanno avuto proposte più importanti. Dammacco è rientrato a Nocera, Saba si è avvicinato a casa, Origlio è andato al Follonica Gavorrano che farà la finale di Coppa Italia con la Torres. Noi abbiamo avuto un progetto, ci abbiamo creduto e lo abbiamo fatto con serietà, come negli altri quattro anni. La società è stata impeccabile, di parola, e se ne trovano poche così, abbiamo tanti limiti ma anche tanti pregi. Il neo insormontabile è il fondo del campo, oggi lo si è visto quando abbiamo avuto due occasioni con la palla che rimbalzava come una pallina matta sul terreno, però alla fine siamo andati avanti senza pensarci. È ovvio che tanti infortuni dovuti al campo hanno condizionato la nostra stagione, avremmo potuto fare qualche punto in più, ma bisogna essere onesti: saremmo potuti finire in un vortice che ci avrebbe potuto portare a dover lottare fino alla fine per salvarci invece siamo stati bravi a uscirne. Possiamo andare a testa alta dappertutto

Sul campo e sul futuro

Al pubblico di Muravera dico innanzitutto grazie. In quattro anni mi sono sempre stati vicino come allenatore e sono sempre stati vicino alla squadra. Per il futuro, questo purtroppo è un posto in cui non si può far calcio, perché manca l’elemento fondamentale, la struttura. Io a volte in modo un po’ forzato ho richiamato l’attenzione sul problema, ma quello che ho detto se l’è portato via il vento. In quattro anni non sono stati spesi cinquanta centesimi su questo campo, né a livello di decoro, né a livello di impianto e di spogliatoio. Vuol dire che di questo progetto interessa poco, non parlo del sindaco attuale ma parlo di quattro anni con un problema che ci si porta dietro da tanto tempo. Da tanti anni, il calcio a Muravera non è più interesse di nessuno. Motivo per cui qui non ci sarà più calcio giocato, rimane una società che avrà difficoltà a trovare una sistemazione, con i costi amplificati e bisognerà vedere se la società avrà voglia di affrontare questi ulteriori sacrifici sommati a tutto il resto. Quello che mi sento di dire, e non posso essere smentito, è che nessuno, dico nessuno, a livello istituzionale ci ha mai dato mezza mano. È un dato di fatto incontestabile. Noi è vero che non l’abbiamo mai chiesta, ma perché penso che per una realtà come questa, attualmente la terza realtà calcistica della Sardegna in un paese di cinquemila abitanti, sia doveroso da parte delle istituzioni proteggerla e curarla, a meno che non ci sia interesse. E non mi si venga a dire che le cose primarie sono la povertà: perché la povertà esiste dappertutto e lo sport la combatte. Il Muravera Calcio è un’azienda che dà da mangiare a tante persone, anche a Muravera, e crea economia in un periodo morto dell’anno, in un paese in cui economia invernale non ne esiste. Evidentemente anche questo non interessa. I capitoli di spesa della povertà sono diversi da quelli dello sport: se non si vuole investire sullo sport è una scelta politica, va accettata perché è la politica che alla fine decide dove investire i fondi. Penso che in futuro lo faranno, penso ci stiano già lavorando e penso anche che non sia facile, ma è molto tardi. Spero di sbagliarmi, per quanto mi riguarda però è sicuramente molto tardi“.

La Redazione

TAG:  Muravera Serie D
 
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