Prima dell’inizio della sfida tra il Cagliari e il Torino, il tecnico dei rossoblù Claudio Ranieri è intervenuto ai microfoni di Sky per dare il suo personale ricordo su Gigi Riva. Di seguito le parole del tecnico di Testaccio.
Sul rapporto con Gigi Riva
“L’ultima partita di campionato, quando stavo alla Roma, ho giocato contro Riva, ma non lo marcavo, pensavo a contenere Gori. Quando è arrivato Gigi a Cagliari erano anni difficili per la Sardegna, lui è stato l’alfiere di una rivalsa sociale. La Sardegna si è legata a lui come un personaggio che ha dato lustro alla regione. Noi ci incontravamo spesso durante la mia prima esperienza da allenatore. Sono tornato perché il figlio di Gigi mi diceva quanto Rombo di Tuono ci tenesse al mio ritorno. Poi le sue dichiarazioni mi hanno fatto pensare di non essere egoista. Ho vissuto tre anni bellissimi in Sardegna da allenatore. Ritornare qui e vincere mi ha fatto riaprire il cuore con questa gente”.
Su Gigi Riva
“La forza di Gigi era la convinzione che esprimeva in ogni suo gesto. Era una forza della natura, sia di sinistro, di testa che di rovesciata. Si faceva rispettare senza essere cattivo però. Gigi era un atleta perfetto”.
Sull’idea di calcio di Gigi Riva
“A me non piace, così come a Gigi, la costruzione dal basso. In Italia c’è stato un momento in cui si costruiva tanto, ora questo si sta correggendo e lo si sta facendo il giusto. Vorrei capire quanti gol si fanno impostando dal basso a differenza di quando si riconquista e si va in porta. Per costruire bisogna avere giocatori adatti e profili che sappiano fare bene l’uno contro uno. Sono d’accordo con quello che diceva Gigi”.
Sulla chiamata ricevuta da Riva
“Ai miei ho detto subito che Gigi mi aveva chiamato prima di Bari. Hanno capito che a parlare era un capopopolo in nome della regione, loro hanno reagito in silenzio. Gigi l’ho sentito due volte, una volta a metà stagione e una negli spogliatoi di Bari. Quest’anno due, per il suo compleanno e Natale”.
La Redazione
