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Cagliari | Da “pacco” a punto di riferimento: la rinascita di Shomurodov

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“Oh, finalmente!”. Così lo scorso 27 luglio Claudio Ranieri accolse Eldor Shomurodov sul terreno di gioco dello stadio “Brunod” di Chatillon, sede dello scorso ritiro estivo del Cagliari. In quel momento l’uzbeko non era ancora ufficialmente un calciatore rossoblù, dato che il contratto venne depositato qualche ora dopo, ma quello fu il primo assaggio dell’avventura in Sardegna di quello che in patria veniva chiamato “il Messi uzbeko”, soprannome poco gradito in realtà dal 28enne di Jarkurgan (“Lui è un fenomeno e poi non ci assomigliamo in nulla”, disse ai microfoni di Tuttosport ai tempi del Genoa).

Inizio da incubo

Ecco, in questa delicata primavera – a livello sportivo, s’intende – per il Cagliari che si gioca la permanenza nella massima serie, la frase rivolta da Ranieri a Shomurodov nella calda estate valdostana si presta perfettamente a descrivere lo stato d’animo attuale dei tifosi rossoblù nei confronti dell’ex Roma e Spezia. Arrivato in estate in condizioni atletiche discutibili, per sua stessa ammissione (“Sono giorni un po’ difficili perché è da un po’ che non mi allenavo dopo le vacanze e ora sto cercando di arrivare in condizione e sto spingendo a mille. Credo serviranno ancora 15 giorni per essere in forma”, disse nella conferenza stampa di presentazione dello scorso 28 luglio), l’attaccante uzbeko ha vissuto i suoi primi sei mesi in rossoblù con pochissimi alti e tantissimi bassi, tanto da essere subito bollato come un flop del mercato estivo. Nel mirino dei tifosi, che in lui vedevano un “pacco” da rispedire velocemente alla Roma (da cui è arrivato in prestito con diritto di riscatto) per le prestazioni a lungo deludenti. Ora, invece, Shomurodov si è come risvegliato, con la Salernitana come turning point della sua stagione. Con i granata nel match d’andata (9^ giornata) mise a segno il suo primo assist del campionato, servendo una palla d’oro a Viola per il gol del provvisorio 1-2 dei rossoblù. Dopo le prime otto giornate passate più a inseguire il pallone che a dare realmente una mano alla squadra, in quel finale di gara all’Arechi l’ex Roma fece intravedere qualcuna delle sue doti che convinsero a suo tempo il Genoa a portarlo in Italia e poi, soprattutto, i giallorossi a investire per lui la bellezza di 20 milioni di euro (17,5 più 2,5 di bonus). Eppure, da lì in avanti l’uzbeko ebbe poco spazio nelle quattro giornate successive, fino a trovare il secondo assist stagionale nel 2-1 interno contro il Sassuolo, una torre di testa per la rovesciata di Pavoletti che fece esplodere di gioia l’Unipol Domus. Quando tutto faceva pensare che potesse tornare utile alla causa rossoblù durante la fase calda del girone d’andata, ecco la disdetta: frattura al secondo metatarso del piede destro in allenamento. Operazione a Villa Stuart e due mesi abbondanti ai box.

La rinascita

Sembrava l’ennesimo capitolo negativo di un’annata da dimenticare, per l’uzbeko e per il Cagliari stesso. Invece entrambi hanno saputo rialzarsi, grazie alle cure di Claudio Ranieri che ha saputo infondere coraggio e speranze all’intero gruppo a sua disposizione. Tornato a disposizione dopo settimane passate in piscina (“Shomurodov e Oristanio sono diventati dei pesci”, scherzò Ranieri in conferenza stampa prima della sfida dell’Olimpico contro la Roma), il numero 61 rossoblù ha riassaggiato il campo per qualche minuto contro l’Empoli, per poi diventare protagonista assoluto una settimana dopo, lo scorso 9 marzo, in casa contro la Salernitana. Proprio la squadra contro cui fece registrare i primi progressi in rossoblù e tra le società che negli ultimi giorni di mercato si erano interessate a lui, come il Torino, alla ricerca di un attaccante di scorta. Entrato all’intervallo del match dell’Unipol Domus contro i campani allora allenati da Fabio Liverani, Shomurodov ha offerto una prestazione al limite della perfezione. Due gol, belli e importanti, un lavoro sporco enorme prima in appoggio a Lapadula e poi, dopo l’uscita dell’italoperuviano, da unico riferimento offensivo e, soprattutto, la sensazione di essere tornato un giocatore decisivo. Contro Monza e Verona l’uzbeko ha provato a far valere le sue doti fisiche e di velocità, ma senza lasciare il segno. Contro l’Atalanta, invece, Ranieri lo ha scelto come unico terminale offensivo ricevendo in cambio una prestazione generosa, impreziosita dalla magia sull’assist – il terzo della sua stagione – per l’1-1 di Augello.

Fiducia

“Shomurodov? Sta bene, e stava bene anche contro il Verona e visto che ho Lapadula che non sta benissimo ho scelto lui. Ha gamba e attacca lo spazio e lo ha fatto molto bene”, ha detto di lui Ranieri in sala stampa dopo la partita contro gli orobici, certamente felice per aver recuperato alla causa uno dei giocatori più attesi e discussi dalla tifoseria nel recente passato. Il buon Eldor ha il merito di non aver mai mollato, anche quando le circostanze in qualche modo lo avrebbero giustificato. Ha voluto riprendersi un posto da titolare, in pieno spirito “ranieristico”: certamente non è Messi, ma nelle ultime settimane ha dimostrato di essere un perfetto soldato per la battaglia salvezza agli ordini del comandante Claudio. Che, in attesa di avere gli altri suoi pretoriani come Pavoletti e Lapadula nelle migliori condizioni, sa di potersi affidare senza indugi a Shomurodov, tornato a essere un attaccante da Serie A. E visto com’era iniziata l’annata, sembra l’ennesimo miracolo di Sir Claudio.

Francesco Aresu

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