agenzia-garau-centotrentuno
Claudio Ranieri saluta il pubblico prima di Cagliari-Como | Foto Luigi Canu

Cagliari: Ranieri, il futuro e le conseguenze dell’amore

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares
signorino
sardares

E adesso? Questa la domanda che tanti, se non tutti, hanno pronunciato dopo l’annuncio da parte di Claudio Ranieri: “È giusto lasciare ora”. L’ormai ex allenatore del Cagliari saluta la Sardegna e quel popolo sempre coccolato, con parole al miele, ma non solo. E il futuro improvvisamente diventa incerto, dopo una salvezza dura e prima dell’atto finale contro la Fiorentina.

Scelta
“Progetti per il futuro? Non sottovalutare le conseguenze dell’amore”. Chissà se Ranieri ha mai visto il film del 2004 di Paolo Sorrentino. Toni Servillo il protagonista, Titta Di Girolamo il suo nome all’interno della storia, Le Conseguenze dell’Amore il titolo. In fondo proprio ciò di cui aveva timore Ranieri prima di eliminare dubbi e paure e accettare di tornare al Cagliari in Serie B. Come sempre ricordato da Sir Claudio, anche nel suo video che ha certificato l’addio: “Perché devo tornare a macchiare i tre anni che mi hanno riempito il cuore? Poi quando ho letto le parole di Gigi Riva mi sono detto lasciamo da parte gli egoismi e rischio”. Le conseguenze dell’amore, appunto. Una mezza stagione da film, il ritorno in Serie A, l’inizio complicato e poi la lenta risalita, l’elettroshock post Lazio e infine la salvezza: tanto, troppo. E un futuro che si prospettava ancora di lacrime e sangue, di lotta e rischio, di conseguenze dell’amore che possono portare a un addio amaro e non dolce. Tutto in poche parole tra le righe, tutto nell’incertezza di ciò che potrebbe essere e, soprattutto, non essere. No, non è il momento dei nomi, di successori e possibili annunci immediati. Dei Marco Baroni o degli Ivan Juric, dei profili a sorpresa o delle semi sicurezze. È il momento delle parole di Ranieri e di ciò che lasciano: “Preferisco andare via così e non in un altro anno che le cose possono non andare bene”.

Salto
Ancora le conseguenze dell’amore, ancora quel timore di rovinare un rapporto con la piazza diventato leggenda sportiva. Cagliari e Ranieri ormai uniti da un legame indissolubile e che tale resterà. Tre promozioni, due salvezze in rimonta, la sensazione agrodolce del doppio chissà che resterà senza risposte. Oggi come nel 1991, un addio senza il tentativo di quel salto di qualità atteso ma comunque incerto. Toccherà a un altro, un compito arduo, quasi impossibile come detto dal presidente Giulini dopo la vittoria di Sassuolo: “Non vorrei essere nei panni di chi gli dovesse subentrare”. Un po’ come accade a chi arriva su una panchina dopo grandi cicli vincenti, così al Cagliari dopo la combinata promozione-salvezza e un Ranieri capace di unire piazza, squadra e ambiente tutto in un unico blocco. Un lascito da preservare, un dono da non disperdere. Così come da non disperdere sarà il ruolo da parafulmine per squadra e società di Sir Claudio, l’alibi buono per ogni occasione, il filo rosso che ha legato tutto e tutti e che ora va rinforzato con programmi, progetti e idee chiare. Dopo il primo Ranieri arrivò Massimo Giacomini, poi Carletto Mazzone a stretto giro e quindi il cambio di proprietà dalla famiglia Orrù a Massimo Cellino. Una rivoluzione totale, né più né meno, con tanto di sogni europei nati dalle solide fondamenta lasciate da chi lasciò. Ora una nuova rivoluzione, oltre tre decenni dopo: sarà capace il Cagliari a non disperdere un anno e mezzo di cammino tortuoso, ma di costruzione e non distruzione? Questa la domanda, più di quella su chi sarà il nuovo condottiero. Perché, in fondo, il nuovo allenatore deve essere una conseguenza e non la causa del rinnovamento e della nuova strada. Al contrario resterà sempre un nuovo anno zero, di anno in anno, senza aver appreso la lezione di Ranieri. In quelle parole che lasciano comunque dubbi sulla concretezza della parola progetto e sulla scelta sportiva dell’ormai ex condottiero. Dalla quasi certezza di “una salvezza all’ultimo secondo dell’ultima giornata” alla paura di fallire: perché? Quali sono i programmi oltre il puntare su giovani di prospettiva? Quale campionato vorrà fare la società rossoblù? Con quali garanzie per il tecnico che verrà? Domande oggi senza risposta, domani chissà.

Matteo Zizola

Notifiche
Avvisami se ci sono
guest
74 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti