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Fresu: “Ricevuto proposte da fuori Sardegna, ma rimarrò al Latte Dolce”

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A quattro giorni di distanza da quella pazza domenica che ha visto il Latte Dolce imporsi per 3-2 sul Nuova Florida nei tempi supplementari e conquistare una importantissima salvezza in Serie D, il presidente del club sassarese Roberto Fresu è intervenuto ai nostri microfoni per fare un bilancio non solo sull’annata appena vissuta, ma anche sul futuro in quel di via Leoncavallo.

Presidente Fresu sono passati 4 giorni da quella folle partita che vi ha permesso di conquistare la salvezza, a freddo che sensazioni le lascia il traguardo raggiunto?

”Sono felicissimo per la straordinaria e meritata salvezza della squadra. Mi èesterà per sempre in mente l’immensa gioia provata per questa impresa raggiunta. Come detto dal nostro direttore generale (Adriano Fantoni ndr.) questa è una di quelle partite che in senso assoluto ci ha dato forti emozioni, anche perché non era facile e non era scontato. Alla fine è andata bene, siamo molto contenti”.

Tra i tanti aspetti positivi della partita contro il Nuova Florida c’è stata anche la grande risposta da parte del pubblico…

”C’era la Cavalcata Sarda ma anche una partita di cartello al campo di Li Punti tra Nuorese e Lanteri. La chiamata a raccolta del nostro pubblico, per supportare la squadra, è stata recepita in maniera importante. Per me che ho vissuto la gara dalla panchina, vedere tutti quei tifosi sugli spalti, è stato un grande colpo d’occhio e un fattore molto motivante”. 

Un finale di stagione ricco di colpi di scena. Il cambio di guardia in panchina ha diviso sia nell’opinione pubblica, sia all’interno della dirigenza con l’addio del diesse Vittorio Tossi. Si aspettava queste dimissioni e come si è arrivati a questa separazione?

”Parto dall’inizio. C’è voluta tutta la nostra testardaggine nel voler modificare, a poche giornata dal termine del campionato, la guida tecnica della squadra. Quando ci sono da prendere delle decisioni anche sofferte, queste rientrano meramente nella sfera dirigenziale. Tutti dimenticano che le società sportive, con la nuova riforma, sono diventate di fatto delle aziende e all’interno di queste le decisioni vengono prese o dal titolare o dall’amministratore delegato. Quindi in un club sportivo non ci sono più i dogmi secondo i quali determinate decisioni debbano essere prese solo dalla persona incaricata di fare mercato. Per quanto mi riguarda, chi la pensa così, da oggi in poi può tranquillamente collaborare con altri e non con il sottoscritto. Chiaro che la scelta di esonerare mister Mauro Giorico è stata prima di tutto sofferta, ma allo stesso tempo divisiva. Nel momento in cui comunicammo al direttore sportivo Tossi quella che era la nostra scelta, lui ci rispose che non la condivideva. In quel momento mi sarei aspettato quelle dimissioni. Non un mese più tardi mentre noi stavamo per affrontare una trasferta delicatissima come quella sul campo del Flaminia all’ultima giornata di campionato. Questa mossa poteva essere ancora più destabilizzante nei confronti dei ragazza”. 

Ai nostri microfoni ha confidato di essere stanco dopo 10 anni al timone del Latte Dolce e ha detto anche che: “Se lei sarà alla guida il prossimo anno si impegnerà di più personalmente”. Come mai quel se? Sta valutando di lasciare il Latte Dolce?

”La stanchezza dopo dieci anni la si avverte tutta, in particolare dopo questi ultimi tre anni in cui sono stati fatti tanti lavori. Alla fine questo percorso drena molte forze, risorse e tempo nella gestione delle proprie aziende. Per questo ho detto che ero stanco. Vorrei che si allargasse quella che è la base dirigenziale, in questo senso era molto importante per noi conservare la Serie D. Certamente rimarrò alla guida del Latte Dolce valutando gli errori commessi nel passato di cui abbiamo fatto tesoro e che ci serviranno da lezione. La nostra volontà è quella di dare visibilità ai nostri ragazzi del settore giovanile. Perché tutti siamo bravi a riempirci la bocca parlando di settore giovanile, però poi alla resa dei conti scopri che determinati tuoi ragazzi non sono ancora pronti per il salto. Questa è una catena che comporta poi la ricerca di giovani esterni alla propria società e che non si conoscono. Serve puntare sul prodotto locale, in questo senso è utile vedere alcuni profili delle squadre nazionali della Torres per farli maturare in Serie D. Poi dopo l’esperienza nella quarta serie, se un domani saranno pronti e meritevoli, si apriranno le porte del professionismo. Chiaro che questo non è un progetto che si sviluppa dall’oggi al domani, ma una cosa su cui lavorare a lungo termine, con i frutti che si vedranno in 5 anni”. 

Può essere una collaborazione con la Torres e la sua proprietà il giusto futuro da seguire?

”Io ovviamente mi auguro di sì, quando si parlava di Torres in altri anni l’idea è sempre stata quella di metterla al centro del progetto, con le varie società della città di Sassari a gravitare attorno al faro dei rossoblù. Se il movimento dovesse crescere, sarebbe bello vedere tanti giovani calciatori sardi giocare nella Torres. Un idea che noi, da qualche anno a questa parte, stiamo portando avanti, infatti alcuni nostri giocatori degli Esordienti sono poi passati alla Torres anche per fare il campionato di categoria nazionale. La collaborazione c’è, ma io mi auguro che in futuro possa diventare ancora più stretta. Quando si iniziano a creare le giuste strutture con un campo di calcio a 8 nuovissimo, uno di calcio a 5 e due da calcio a 11 il tutto diventa più appetibile. Tra l’altro a breve inizieranno i lavori per il campo grande nella zona superiore del nostro impianto. Non nascondo che qualche interessamento da fuori l’ho ricevuto, però nel momento topico della stagione. Mi hanno chiamato e cercato, però ho risposto loro che prima avremmo dovuto conquistare la salvezza. Sono valutazioni da fare con calma e serietà, se ne sono viste persone venire da fuori e fare danni”.

Quindi ha ricevuto proposte da altri imprenditori?

”Si. Mi è stato proposto il subentro in dirigenza per poi in futuro vedere, valutare e capire. Però sono tutte cose che ho lasciato in sospeso perché avevamo altre priorità prima, ovvero la salvezza. Non ho detto né si né no, io sono sassarese e preferisco che il club rimanga a Sassari con dirigenti locali. Così come quando gli amici di Abinsula, che erano con noi, hanno preso la Torres e hanno dimostrato che non è bello solamente quello che viene da fuori”. 

Guardando invece al futuro sotto l’aspetto sportivo, chi prenderà la carica di diesse? Sarà una soluzione interna oppure state valutando nuovi profili da inserire nell’organigramma?

”Noi per tantissimi anni abbiamo avuto il nostro attuale direttore generale, Adriano Fantoni, che ha fatto il mercato. Lo ha gestito bene permettendo anche alla società di risparmiare, poi chiaramente crescono gli impegni di lavoro e si ha meno tempo a disposizione anche perché fare mercato è impegnativo. Nel frattempo però si maturano delle conoscenze e si ha modo di seguire, durante il campionato, diversi profili di altre squadre. Alla fine noi abbiamo a disposizione dei punti di riferimento al nostro interno sul quale fare affidamento per il mercato. In Serie D non è obbligatorio e non è detto che serva un direttore sportivo. Quindi per il mercato unione di intenti tra lei e Fantoni? Un’unione di intenti e di conoscenze, riceviamo tante richieste da parte di procuratori che propongono giocatori, calciatori che mandano mail, amicizie che si sono create nel mondo del calcio che ti danno dritte su alcune figure. Chiaramente, per i fuori quota, vorrei guardare molto di più in casa nostra e nel nostro territorio. In questo senso mi piace molto il lavoro che sta facendo la Costa Orientale Sarda di mister Francesco Loi, tanti open day per la Juniores o per la prima squadra. Non è detto che per fare la Serie D devi provenire da chissà dove, molti buoni profili si possono trovare anche nel campionato di Promozione per fare un esempio”. 

Ha parlato di un Latte Dolce che in futuro guarderà più ai propri valori storici, dal lanciare prodotti del settore giovanile, al ritorno all’identità di squadra del quartiere. Affidare la panchina a Marinu, risultati alla mano è stata una scelta vincente che si sposa con l’idea per il futuro che ha pensato per la sua società. Si continuerà con lui oppure volete fare affidamento su un tecnico più esperto?

”Ancora con mister Marinu ci dobbiamo parlare, io sono più per le soluzioni interne alla nostra società prima di andare a guardare da altre parti. Quello che conta nel calcio sono le conoscenze e soprattutto quanto un tecnico riesca a entrare nella testa dei ragazzi. Oggi il calcio è moderno, è importante che un allenatore osservi tanto le altre squadre, studi i vari punti di forza e debolezza mostrandoli ai propri calciatori. Noi, durante questa stagione, nelle prime nove giornate di campionato eravamo al terzo posto, poi le squadre hanno iniziato a prendere le contromisure. La Serie D è cambiata, non è più quella di una volta, siamo nel dilettantismo ma di fatto è un campionato professionistico a tutti gli effetti e quindi, sotto questo aspetto, bisogna rimanere al passo. Noi siamo già al lavoro per la prossima stagione, siamo fiduciosi per il futuro e abbiamo le idee chiare sul tipo di identità che vogliamo dare al Latte Dolce”.

Andrea Olmeo

 
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