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Le Pagelle di Cagliari-Lecce: Mina leader, Azzi non entra in partita

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I nostri giudizi sul Cagliari che ha pareggiato alla Unipol Domus contro il Lecce nella 35ª giornata della Serie A.

Scuffet 6: passa i primi 45 minuti a godersi il sole della Unipol Domus con qualche uscita di piede e alcuni rilanci sbilenchi. Nella ripresa deve rispondere presente su Pierotti e Blin, ma è soprattutto il palo a diventare suo amico e a salvarlo dal raddoppio.

Zappa 6: contiene Dorgu senza troppa fatica, provando anche a dare una mano a Nández in fase offensiva. Senza infamia e senza lode, non demerita ma non esalta nemmeno. Esce sull’altare della difesa a tre per compensare l’inferiorità numerica.
Dal 46′ Sulemana 6,5: entra bene in partita dando tanta quantità. Difetta però in qualità, non riuscendo a mantenere la necessaria lucidità con la palla al piede. Fa comunque il suo creando densità e dando gamba in una ripresa di sacrificio.

Mina 7,5: c’è un Cagliari con e un Cagliari senza. E quello con è solido, attento, senza paura. Se poi alla sua leadership e al suo dominio dello spazio aereo aggiunge anche il gol, beh, diventa impossibile negare la sua importanza. Semplicemente uomo squadra, anche quando l’espulsione di Gaetano impone sofferenza lui c’è, eccome se c’è.

Dossena 7: tiene a bada senza particolari problemi Krstovic, non lasciandogli mezzo centimetro e completandosi perfettamente con il compagno. Gioca non al 100%, ma non si nota praticamente mai. Nel secondo tempo alza ancora di più il muro, pur se non basta.

Augello 6: Oudin non è un cliente facile, lui non fa una piega e tiene botta. Non solo, ma dà sfogo continuo alla manovra sulla sinistra, pur senza riuscire a mettere palloni davvero pericolosi dalla fascia. Alcune disattenzioni ne denotano la stanchezza nel lungo termine e così Ranieri lo toglie.
Dal 77′ Azzi 5: rischia di concedere un rigore, non riesce a tenere Almqvist, il suo ingresso è la chiave di volta negativa. Pochi minuti, ma decisivi in senso opposto allo sperato.

Nández 6: destra, centro, destra, centro. È un elastico che si sposta a seconda della posizione degli avversari e delle necessità, non perdendo quasi nessun duello e dando spirito e intensità alla mediana. Una prestazione da 7 fino al gol del pareggio del Lecce che lo vede in ritardo su Krstovic in una situazione abbastanza leggibile. Dalla sua la stanchezza, alibi che parzialmente giustifica.
Dal 91′ Obert SV: forse lui al posto di Azzi sarebbe stata scelta migliore, ma del senno del poi son piene le fosse. Pochi minuti senza incidere particolarmente.

Makoumbou 6,5: copre una porzione di campo enorme, facendosi sentire in ogni zona e dando quantità a un centrocampo solido e compatto. Pressa alto quando serve, attende quando necessario, aggiungendo anche fosforo nel controllo del possesso. Insomma, dimostra la propria importanza senza se e senza ma.

Deiola 6,5: fisicità, palle alte e carattere. Tutto ciò che serve in una gara fatta di duelli continui. Lui mette ciò che ha, senza lesinare nulla e senza sbagliare poi tanto quando ha la palla tra i piedi, normalmente la sua pecca. Insomma, riscatta appieno la prova incolore di Genova.

Luvumbo 7: tanto bravo nel dare elettricità quando fumoso nel momento del dunque. È una prestazione alla Zito per 45 minuti, da gallina senza testa che corre, si muove a intermittenza, ma senza grande costrutto dal punto di vista del collettivo. Però è ciò che ci vuole per dare qualcosa a un attacco che senza di lui non gira praticamente mai. Tanto che quando nella ripresa resta unico terminale diventa un incubo solitario per tutto il Lecce. Aspetto non da poco e fondamentale.
Dal 67′ Shomurodov 5,5: non ha colpe, però alla fine il risultato è che non riesce a fare il lavoro del compagno che rimpiazza. Costringendo i compagni a un’apnea continua. Provarci ci prova, ma non è pomeriggio.

Gaetano 5: che non sia in grande giornata è evidente, ma alla fine il suo tiro sbilenco diventa assist per il vantaggio. Vero è che il rosso è eccessivo, ma alla fine conta e tanto nella dinamica della gara e non può che pagarlo in termine di valutazione. Che, va detto, è soprattutto per 40 minuti comunque non positivi.

Lapadula 5,5: lo si nota per qualche lotta delle sue e per una rovesciata tentata quando, forse, sarebbe stato meglio cercare soluzioni diverse. Ancora lontano parente del nove della B, esce causa inferiorità senza aver inciso.
Dal 46′ Wieteska 6: fa il suo, ossia tenere botta sulle palle aeree e non distraendosi mai. Nulla di trascendentale, ma con un tempo di costante pressione avversaria non manca all’appello.

Ranieri 5,5: prepara perfettamente la partita, il Lecce non la vede mai e le sue scelte sono perfette. Poi arriva l’Abisso, nomen omen, e un rosso che cambia le carte in tavola. È la svolta, Sir Claudio sceglie di alzare il muro e rinunciare a colpire. Un’opzione che mette pressione alla difesa per un tempo intero e alla fine non paga. Certo, in dieci contro undici i rischi erano tanti, ma di fronte c’era una concorrente e avere una differente attitudine non sarebbe stato così assurdo. Arriva un punticino che fa classifica, ma non può soddisfare. Vero, se non si può vincere meglio non perdere, ma scegliere di non provarci nemmeno è forse troppo.

Matteo Zizola

 

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