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Le Pagelle di Cagliari-Monza: Dossena e Viola sugli scudi, bene Scuffet

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I nostri giudizi sul Cagliari che ha pareggiato 1-1 con il Monza nel lunch match del 13° turno di Serie A.

Scuffet 7: chiamato raramente in causa nel primo tempo, risponde comunque presente dimostrando una crescita di partita in partita evidente. Prima al 3′ su D’Ambrosio, poi soprattutto al 38′ su Birindelli in tuffo basso fa vedere di essere il numero uno con merito. Nella ripresa la conferma con un’uscita di tempi giusti su Maric e, soprattutto, la parata su Gagliardini a salvare il punto più l’aiuto della traversa nel finale che non guasta.

Goldaniga 7: potrebbe essere lui ad aprire le danze, ma Di Gregorio è strepitoso evitando momentaneamente il gol. L’intesa con Dossena sale e così le sue prestazioni. Non lascia nemmeno le briciole a Colpani, cliente complicato e dall’hype elevato ma tenuto a bada rendendo facili anche le cose più complesse.
Dal 73′ Oristanio 6: sembra fuori fase, poi sale di tono creando scompiglio negli ultimi concitati minuti di colpi contrapposti.

Dossena 7,5: ci ha preso gusto il nuovo ministro della difesa rossoblù, secondo gol consecutivo a confermare il suo stato di grazia. Non solo la rete del vantaggio, sì importante, ma anche il modo in cui chiude a doppia mandata la retroguardia con recuperi eleganti e puliti. Su Colombo l’antipasto, su Colpani una delizia da mostrare in ogni scuola calcio. Prestazione totale.

Hatzidiakos 5,5: grecheggia statuario ed elegante dando anche spazio a qualche giocata di fino insospettabile. A volte si piace un po’ troppo e tiene eccessivamente palla in uscita, ma nel complesso appare in crescita. Macchia una prestazione di buon livello con la disattenzione sul gol del pareggio quando perde di vista colpevolmente Maric.

Zappa 6: ha sulla testa l’occasione per il raddoppio, ma manca l’impatto con la sfera. Per il resto gioca una gara diligente e attenta, senza infamia e con qualche lode pur se non incide particolarmente.

Prati 7: c’è chi joga bonito e chi joga pulito, lui appartiene al secondo gruppo, quello di calciatori che ci sono sempre, sbagliano praticamente nulla ma non rubano l’occhio chissà quanto. Da una sua verticale improvvisa nasce l’azione che porta all’angolo del vantaggio, continua sulla stessa falsariga abbinando medianismo a regia senza interruzioni. Non più il futuro, ma un solido presente.

Makoumbou 6,5: se eliminasse alcune dormite in fase di non possesso sarebbe giocatore di altra categoria, soprattutto ora che all’orizzontalità sistematica ha aggiunto verticalità e voglia di incidere al di là dei fronzoli. Con Prati una coppia che non scoppia, sempre più nel vivo di gara in gara.

Augello 6: come il collega sul lato opposto, con una maggiore presenza difensiva per semplici questioni tattiche. Non molla di un centimetro, pur se deve migliorare nell’attenzione ai dettagli. A volte si distrae, ma senza che la cosa crei problemi.
Dall’88’ Azzi 6,5: possono pochissimi minuti portare a una prestazione estremamente positiva? A volte succede, come con l’italo-brasiliano che con il suo ingresso risveglia dal torpore offensivo i compagni. E porta nuova linfa a una squadra che sembrava accontentarsi troppo.

Viola 7,5: è un kicker profesionista prestato al calcio, il suo mancino una delizia che da solo vale il prezzo del biglietto. Dal suo piede l’angolo del vantaggio, ma ogni occasione nasce dal mancino fatato del dieci calabrese. Testa e braccio armato della squadra, dimostra ancora una volta la propria importanza tattica, tecnica e mentale. Totalizzante.
Dal 73′ Jankto 6: occupa la posizione con diligenza tattica, ma senza eccessivi colpi.

Luvumbo 6: tiene in apprensione costantemente la difesa avversaria aggiungendo spirito di sacrificio che non guasta. Manca il guizzo decisivo, quello che fa strabuzzare gli occhi, ma sicuramente Ranieri può sorridere di fronte a un ragazzo che cresce di gara in gara alla voce serietà e utilità di squadra. Cala alla distanza, lasciando per strada diversi palloni che avrebbero meritato migliore gestione.
Dal 77′ Lapadula 5,5: ha sul sinistro il gol da tre punti, spara alto da ottima posizione. Non da lui, pur se la voglia non gli fa difetto come al solito.

Petagna 6,5: come Prati, ma qualche metro più avanti. Non ruba l’occhio, non tira pur essendo attaccante, ma la sua utilità nel gioco è talmente evidente che il collettivo beneficia ogni volta delle sue sponde, delle sue pause, del suo comandare le uscite lunghe o corte che siano. Manca il gol, vero, ma quello che gli è stato chiesto lo ha fatto e in maniera eccellente.
Dal 77′ Pavoletti 6: si vede poco, ma il velo che favorisce la conclusione di Lapadula avrebbe meritato miglior sorte. E basta per ottenere una sufficienza giusta giusta.

Ranieri 6,5: è il vero deus ex machina di un Cagliari che per un tempo appare la miglior versione stagionale per mentalità e gestione. Scelte iniziali giuste, Palladino capisce poco e il vantaggio è meritato. Nella ripresa però il ritmo non può essere lo stesso, la fatica si fa sentire e forse risponde in ritardo alle mosse del collega. Il 4-4-2 finale sembra far perdere le distanze, alla fine arriva un pareggio che – ipse dixit – quando non si può vincere resta il risultato migliore possibile. Qualche dubbio sui cambi tardivi, ma per il resto la squadra continua il percorso evidente di crescita.

Matteo Zizola

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