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Le Pagelle di Lazio-Cagliari: incubo Hatzidiakos, Dossena da azzurro

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I nostri giudizi sul Cagliari sconfitto all’Olimpico dalla Lazio per 1-0 con la rete di Pedro.

Scuffet 7: non può nulla sul vantaggio di Pedro, poi tira fuori dal cilindro una parata di livello assoluto sempre sull’ex Barcellona in un’azione nata da posizione dubbia. Nella ripresa si ripete su Castellanos in quella che sembra essere la sua principale dote, stare in piedi fino all’ultimo. Promosso nuovamente.

Goldaniga 6,5: soffre l’intelligenza tattica del rivale diretto andando spesso fuori giri e non trovando la posizione giusta come contromisura su Pedro, ma cresce alla distanza risultando prezioso e solido.
Dall’83’ Nández SV: entra con un giallo sulle spalle per proteste, si piazza prima a destra in difesa poi in mezzo al campo nel concitato finale senza avere spazio per incidere granché.

Dossena 7: mette la museruola a Immobile con classe, eleganza e sfacciataggine. Mezzo punto in meno per l’episodio dell’espulsione quando, con un passo falso, ritarda nel coprire lo spazio in verticale. Tolto questo dettaglio non sbaglia quasi nulla confermando il momento di grazia.

Hatzidiakos 3: potrebbe essere il protagonista assoluto di una puntata del programma dello chef Cannavacciuolo, la sua mezz’ora è infatti da incubo e non c’è nessun gigante a svegliarlo con una pesante pacca sulla spalla. Errore gravissimo sul gol del vantaggio laziale, errore gravissimo e conseguente giallo poco dopo, troppo alto in occasione dell’espulsione. Insomma, supera il limite al peggio abbondantemente.
Dal 32′ Sulemana 6: toh, chi si rivede. È la scelta di Ranieri per riequilibrare la squadra in dieci e fa il proprio lavoro con dedizione e voglia. Tanto sacrificio, poco fosforo, un recupero incredibile a evitare il gol di Castellanos. Insomma, un rientro positivo.

Zappa 6: tecnicamente potrebbe fare decisamente meglio, tiene la posizione ma non incide. È anche vero che non sbaglia cose clamorose, in sostanza una prestazione sufficiente senza grandi acuti. Chiude da centrale nella difesa a quattro, a dimostrazione del suo spirito di sacrificio.

Makoumbou 4,5: parte bene, continua anche meglio pur se messo in mezzo dall’inferiorità numerica in mediana. Fa quel che può, ma paga un black out nell’azione del rosso. Perché, al netto della discussione sulla decisione del duo Dionisi-Guida, si fa sorprendere dal movimento di Guendouzi e potrebbe fare decisamente meglio.

Prati 6,5: personalità da vendere, piedi vellutati e asse con Viola che funziona sempre meglio. La sua stella brilla anche in una serata generalmente sfortunata, tocchi di prima e verticali preziose più una sensibilità tattica utilissima anche quando la squadra resta in dieci. Non è più una scoperta.
Dall’88’ Pavoletti 6: fa in due minuti più recupero più di chiunque nei precedenti 88. Un colpo di testa in tuffo che per poco non regala il pareggio, talismano che resta strozzato in gola.

Azzi 5: dritto per dritto, il sinistro solo per correre, Lazzarri che lo infila ogni volta che ci prova. Se il greco alla sua destra non fa nulla per performare lui fa ben poco per aiutarlo. Migliora surrealmente da terzino a quattro, ma alla fine non è una serata da ricordare.

Viola 6: tutto molto bello nel senso della posizione tra le linee anche quando in dieci diventa esterno di centrocampo, anche meglio il primo tocco e la gestione della regia offensiva. Il problema è che sbaglia spesso negli ultimi trenta metri, stranamente impreciso e poco concreto. Resta una prestazione sufficiente, comunque.
Dal 46′ Oristanio 5,5: prova a far scattare la scintilla e a tratti ci riesce, ma ha sulla coscienza quel pallone in pieno recupero che spedisce fuori con Provedel in uscita disperata. Sbaglia anche troppi calci d’angolo, arma che sarebbe servita.

Petagna 5: con quel fisico il fatto che di testa non ne prenda una che sia una è un’aggravante non da poco. Fa a sportellate, perdendo spesso e volentieri i confronti diretti. Non lega i reparti, non fa salire la squadra, si vede poco o nulla. Poi nella ripresa diventa cavaliere solitario che ci prova, pur senza grande successo ma almeno cresce alla voce presenza.

Lapadula 5,5: sacrificato sull’altare dell’inferiorità numerica, fino a quel momento si fa notare per volontà e sacrificio e per una capacità di gestione dei palloni in uscita che risulta decisiva in più di un’occasione. Ha sulla testa un buon pallone per il pareggio, ma lo spara a lato. Avrebbe meritato più minuti, ma Ranieri opta per il compagno.
Dal 32′ Luvumbo 5,5: si sveglia quando ormai il novantesimo è alle porte dopo un’ora nella quale perde tanti, troppi palloni e pensa più a difendere che a offendere. Nel finale serve il pallone del possibile miracolo a Pavoletti e diventa più attivo, ma non basta. Involuto.

Ranieri 6: la media tra il 5 delle scelte iniziali e il 7 dei cambi in corsa al momento giusto. Perché Hatzidiakos resterà un mistero, chissà, perché consegnare il centrocampo alla Lazio lasciando in inferiorità il duo Prati-Makoumbou anche. Ma ha la capacità di non essere testardo e quasi l’espulsione lo aiuta nel ritrovare il bandolo. Poi, ovviamente, l’inferiorità non è cosa positiva, ma la personalità del suo Cagliari con un uomo in meno è da applausi e il pareggio sarebbe stato più che meritato. In sostanza può essere soddisfatto della prestazione, senza dubbio. Peccato per il solito errore individuale, ma oggi se l’è un po’ cercata lui per primo.

Matteo Zizola

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