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L'Olbia scesa in campo contro la Virtus Entella | Foto Sandro Giordano - Olbia Calcio

Olbia, così è troppo poco: serve carattere per uscire dalla crisi

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Guardare in faccia la realtà, riflettere, comprendere e capire che il momento che stai attraversando è di quelli difficili. L’emotività, in situazioni del genere, può essere molto bassa ma è proprio affrontando le avversità che si può diventare grandi e guardare al futuro con maggiore fiducia e serenità. È la mission a cui è chiamata a rispondere l’Olbia di Leandro Greco nel girone B di Lega Pro. La sconfitta casalinga del Nespoli per 1-0 contro il Perugia (qui la cronaca integrale del match) non ha portato allo scatto tanto desiderato da ambiente e tifosi rispetto alla zona rossa della generale. Trovare la giusta amalgama nel breve periodo può comunque essere la chiave giusta per i bianchi per tornare a sorridere.

Numeri

Quindicesimo posto in classifica a quota 16 punti – alla pari con la Vis Pesaro – e con una partita da recuperare (il 6 dicembre al Nespoli contro il Rimini). Ultimo slot fuori dalla zona playout occupato per via degli scontri diretti a favore (rispetto proprio alla già citata Vis Pesaro) e un ambiente, quello gallurese a tinte bianche, che sta manifestando tutta la propria delusione per questo momento così delicato della stagione dopo una partenza sprint con 2 vittorie (contro Cesena e Vis Pesaro) nelle prime 2 gare ufficiali di campionato, che facevano presagire a ben altri traguardi, dopo la salvezza ottenuta – con annesso tredicesimo posto finale – lo scorso anno con Roberto Occhiuzzi in panchina. Ora al timone dei bianchi c’è Leandro Greco che, sebbene abbia ereditato in estate un gruppo decisamente rivoluzionato, sta navigando in un mare agitato e in tempesta, cercando di trovare la definitiva amalgama per uscire da una situazione decisamente complicata. L’obiettivo del tecnico dell’Olbia e del suo staff rimane quello di centrare una salvezza senza patemi e da conquistare il prima possibile, poi a obiettivo acquisito si potrà pensare anche a togliersi qualche soddisfazione importante. La strada per i bianchi è ancora molto lunga da fare e di questo Greco ne è perfettamente consapevole. In tal senso, le statistiche parlano chiaro e disegnano un quadro che non fa certo dormire sogni tranquilli. Penultimo attacco del girone B con soli 12 gol (gli stessi della Spal) e con la sola Fermana – che ieri ha fermato la Torres sull’1-1 – che ha fatto peggio con 8 e terza peggior difesa del campionato a quota 21 (alla pari con il Sestri Levante): solo Arezzo e Rimini (prossimo avversario dei galluresi) hanno fatto peggio con 25 reti al passivo. Se si analizzano poi i risultati ecco che l’Olbia naviga, considerando solo le gare casalinghe, al quattordicesimo posto con soli 7 punti nelle ultime 5 gare. Situazione ancora più complessa e difficile da digerire sulle partite esterne, dove la squadra di Greco è la peggiore di tutte con solo 1 punto conquistato (nel 2-2 contro il Sestri Levante) nelle ultime 5 partite disputate lontano dal Nespoli. In sostanza, urge un cambio di marcia nel più breve tempo possibile. E l’equilibrio nella generale del girone B e in particolare nella zona rossa è molto sottile con ben 7 squadre separate in classifica da appena 4 punti.

La crisi

Il 2-2 ottenuto con una grande doppia remuntada fuori casa contro il Sestri Levante lo scorso 26 novembre sembrava essere il segnale che l’Olbia attendeva da tempo, soprattutto dal punto di vista caratteriale, aspetto su cui mister Greco ha costantemente messo l’attenzione in diverse occasioni. Quella scintilla, invece, è diventata a stretto giro di posta una fiammella labile, vero simbolo del momento difficile che sta attraversando i bianchi in questa fase della stagione. E invece, al Nespoli, è arrivata la settima sconfitta stagionale, per mano di un Perugia spietato e nel contempo cinico al punto giusto. È vero che il risultato è stato di misura (1-0) ma è altrettanto evidente il fatto che l’Olbia non è riuscita affatto ad andare oltre le proprie difficoltà. L’aspetto emotivo è soltanto la cima dell’iceberg. La realtà, infatti, parla anche di una squadra che fatica e non poco a trovare i giusti meccanismi nel corso della gara, soprattutto nella proposta di gioco. La diretta dimostrazione è proprio la partita di ieri, 3 dicembre, contro il Perugia. Eccezion fatta per la solita leadership messa in campo da Dessena, per la solidità di Biancu e Mameli (fresco di primo contratto da pro) e per la prestazione attenta dei terzini Zallu e Montebugnoli nonché quella di Rinaldi tra i pali, il resto è la fotografia di quanto sia lungo e difficile il lavoro che aspetterà mister Greco da qui a fine 2023. Se si guarda alla sfida contro il Perugia, infatti, i giocatori offensivi schierati dal tecnico dell’Olbia nel 4-2-3-1 (mascherato in 4-4-1-1 a inizio partita) non sono riusciti ad accendere la luce di una squadra poco convinta e confusa. Da uno Scapin troppo solo in avanti a un Contini che si è visto solo con due sgroppate iniziali per poi andare in difficoltà alla lunga, fino ad arrivare ad un Cavuoti che ha provato qualche giocata ma con poca precisione. L’unica nota lieta per Greco e per il suo reparto avanzato in crisi di identità di gioco e di gol è il rientro dall’infortunio di Ragatzu. Il 10 dell’Olbia non è certo tornato con le sue solite giocate da effetti speciali, ma sicuramente da lui può ripartire la risalita dei galluresi in classifica.

Fabio Loi

TAG:  Olbia Serie C
 
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