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Radici | Il Signora Chiara di Calangianus, 70 anni di storia

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La storia del calcio sardo passa attraverso il racconto di calciatori e relative gesta, come in una religione laica i tifosi hanno bisogno del loro tempio domenicale in cui ammirare i propri eroi e riportare alla mente quelli del passato, magari in episodi vissuti attraverso la voce dei nonni.

La Sardegna ha festeggiato il sei settembre scorso il centenario dello stadio Amsicora. In questo 2023 che si sta per chiudere non possiamo non ricordare un altro importante anniversario caduto il 1° novembre, esattamente il settantesimo: parliamo del “Signora Chiara” di Calangianus, che deve il nome alla benefattrice che donò il terreno per la realizzazione del nuovo impianto. Precedentemente, il Calangianus aveva patito un lungo peregrinare per vari campi, a seguito della squalifica sine die comminata nel marzo del 1949 al loro antecedente campo sportivo chiamato “Rinascita”, quando la squadra veniva esclusa dal campionato per un’aggressione al direttore di gara. Il nuovo campo sportivo, ancora privo di numerose strutture fondamentali (ben lontano da come lo vediamo oggi), venne inaugurato in occasione della seconda giornata del campionato di Promozione Regionale, allora massima serie sarda. L’incontro disputato il 1° novembre 1953 era Calangianus contro Cral Marina di La Maddalena e terminò col risultato di 1 a 1. «Incorniciato dal verde dei sughereti e dallo sfondo delle colline, il nuovo stadio è quanto di meglio uno sportivo poteva attendersi» così riportano le cronache regionali.

Questa prima partita sembra stregata: gli ospiti si portano in vantaggio e la palla sembra farsi beffe dei giallorossi di casa. Finché a quattro minuti dalla fine l’arbitro fischia un rigore in favore del Calangianus e l’attaccante Ferrari realizza il pareggio definitivo. La prima vittoria arriverà quindici giorni dopo nel derby contro gli azzurri del Tempio. Appena un anno dopo, il “Signora Chiara” festeggerà la prima promozione del Calangianus in un campionato nazionale (IV Serie). Seguiranno numerosi anni di permanenza in Serie D, con la clamorosa promozione fallita nel 1962-63, quando i giallorossi si fanno superare nelle ultime giornate. Auguri quindi ai giallorossi e al loro stadio, con l’auspicio che possano presto rinverdire i nobili fasti del passato.

Mario Fadda

TAG:  Amarcord Radici
 
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