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IL PUNTO DEL GIULINI OTTIMISTA

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Ospite negli studi di Videolina, il presidente del Cagliari fa il punto della situazione.

“Do un 6.5 al nostro calciomercato”, dice Giulini a tre giorni dalla chiusura delle trattative che hanno visto in casa rossoblù una profonda rivoluzione nell’organico di Maran. La spiegazione è presto fatta. “E’ stato un mercato lungo, doveva finire il 18 gennaio, poi si è deciso di prolungarlo, in un mese si ha tempo di fare molte valutazioni. Sono state sostituiti i giocatori che volevano andare via, capitan Dessena ha avuto una proposta dal Brescia che gli permetteva di essere più protagonista. Lui e Sau hanno avuto un grande ruolo in questi anni, fondamentale dentro e fuori dal campo, il loro addio non è da sottovalutare, ci auguriamo che da subito i nuovi capitani, Ceppitelli e Barella, facciano capire agli altri cosa sia il Cagliari”.

“Abbiamo a lungo inseguito Deiola per sostituire subito Dessena, perché il Parma aveva qualche problema a liberarlo – continua Giulini – La stessa cosa è successa con Sau, chiesto da Giampaolo alla Sampdoria, e quindi abbiamo preso Thereau all’ultimo giorno. Farias voleva andare via, lo sapevamo da molto, e il nostro scouting ha segnalato Despodov, uno dei più interessanti. Anche Andreolli è stato chiesto dal Chievo, lo abbiamo sostituito con Leverbe che conoscevamo bene, se dovesse fare bene potremmo puntare a trovare un accordo con la Sampdoria. L’Empoli ha voluto Pajac e l’abbiamo rilevato con Pellegrini dalla Roma, è molto giovane e ci auguriamo faccia bene. La speranza è quella di esserci migliorati, è chiaro che si operi sempre con la convinzione di mettere dentro qualcosa di meglio rispetto a prima”.

Decisivo il fratello Paolo per prendere Despodov. “Lui ha lavorato tanto col CSKA Sofia, gli ha spiegato cosa vuol dire vestire la maglia del Cagliari. Le uniche operazioni per allungare la rosa sono state quelle di Oliva e Cacciatore, ci siamo resi conto che serviva qualcosa in più, assieme al mister e al nostro scouting”.

Importante tenere Barella. “Non ho mai avuto la tentazione di cederlo, c’era la speranza di tenerlo e lo abbiamo fatto grazie a lui. Ama la maglia, è voluto rimanere, è stato semplice, quando lavori con un ragazzo che ama fortemente la maglia”. Rischiano di mancare i leader nello spogliatoio? “Non penso, Barella e Ceppitelli hanno già dimostrato di essere validi, idem Joao Pedro, che oggi è il terzo capitano. Sono tutti ragazzi di grande spirito, attaccati alla maglia, quindi non sono preoccupato”.

Bilancio della stagione. “Abbiamo sbagliato qualche partita, specie nel finale del girone d’andata, mentre per buona parte della prima parte di campionato abbiamo fatto molto bene. Ora dobbiamo tornare sulla strada giusta”. La rosa del Cagliari ha un’età media elevata, al netto di qualche giovane di prospettiva. “Birsa può essere utile ancora per un paio d’anni, è un giocatore che può giocarsi la maglia di titolare con Castro. Speriamo che Thereau sia il nostro Quagliarella, ha sempre fatto gol e alla Fiorentina sono stati i primi sei mesi con scarso impiego, perché davanti ha molti giocatori validi. Cacciatore ha 33 anni, può stare alla grande in questa rosa, piace molto a Maran, può fare tanti ruoli, un jolly che ci darà una grande mano. Abbiamo sia over 30 sia giovani che ci possono dare freschezza”.

Ha appassionato molto la telenovela Nandez. “Abbiamo fatto un’offerta molto importante, sarebbe stato l’acquisto più importante della storia del Cagliari, ci hanno un po’ palleggiato perché forse nemmeno loro sapevano cosa fare. Avevano una cessione importante da fare, come quella di Barrios oppure quella di Nandez. Alla fine hanno dato Barrios allo Zenit per 25 milioni di euro, ci hanno tenuto in ballo parecchio. Non accetto le parole che ho letto da parte del Boca Juniors sulla nostra offerta inerente i termini di pagamento, volevamo pagare in due anni, forse gli argentini volevano che pagassimo subito cash la clausola rescissoria, cosa che non era né nelle nostre intenzioni né nelle nostre possibilità, lo dico serenamente”.

I molti interventi sul mercato sono frutto di qualche errore estivo? “Il mercato è fatto di momenti e opportunità. E’ difficile pianificare tutto, se Andreolli fosse stato chiesto in estate anziché ora lo avremmo sostituito prima. Farias ci ha dato 5 punti pesanti, in estate ci abbiamo puntato molto, adesso ha voluto andare via nonostante le ultime gare da protagonista. Può darsi che in estate sbagliammo su Diego, ma sicuramente adesso non volevamo tenere un calciatore contro voglia”.

Nessun dubbio su Maran e Carli. “Abbiamo un team davvero coeso, che va dall’AD al DG passando per segretario, scouting e tutti gli altri. Non sono mai stato così soddisfatto, è una società solida e strutturata, voglio menzionare anche la Primavera di Canzi che sta facendo benissimo, e poi il progetto Olbia, seguito anch’esso da Daniele Conti. E’ chiaro che mi aspetto qualche punto in più, dobbiamo migliorare, ma abbiamo regalato anche tante emozioni dentro e fuori casa, dove però sono arrivati un po’ di passaggi a vuoto”.

Qualcosa si è rotto con l’infortunio di Castro. “E’ un giocatore molto importante, si è visto. Come lui anche Klavan, che starà fuori per un po’. Ma sono convinto che ora troveremo il modo di ovviare alle loro assenze. Purtroppo da quando mancano loro la squadra, che prima era cresciuta in modo costante, è andata in difficoltà”. Fa discutere il rendimento di Cerri. “Lo riscatteremo dalla Juventus a luglio per 9 milioni (più 1 di prestito, ndr). In estate abbiamo pensato che potesse sostituire nei prossimi anni Pavoletti, a Perugia fece molto bene in B, quest’anno Pavoletti sta facendo molto bene e ha avuto meno spazio. E’ chiaro che come tutti gli attaccanti di peso ha bisogno di continuità, per questioni fisiche. Siamo tutti convinti che possa essere in futuro un giocatore determinante per il Cagliari. Il futuro dirà se avremo visto giusto. In Italia, sul mercato, i Cerri, i Favilli, i La Gumina, valgono quelle cifre. Capiremo col tempo se sia una valutazione appropriata”.

Testa ovviamente all’Atalanta. “Veniamo da tre partite incolori, in questo momento davanti al nostro pubblico qualsiasi sfida ci deve dare la giusta adrenalina. Dobbiamo rialzare la testa dopo tre brutte gare, ben venga l’Atalanta ma non cambia nulla l’avversario che abbiamo davanti. L’atteggiamento è fondamentale, è chiaro che gli orobici oggi siano avversario durissimo, ma il nostro pubblico vuole vedere una squadra coesa, che riparte tutta insieme, che difende e attacca in modo compatto. Indicazioni di formazione? Ho visto la partitella odierna, le squadre erano mischiate – dice col sorriso – a parte Cacciatore sono tutti pronti (escluso Oliva, ndr), non ho anticipazioni da darvi perché non so molto sulla formazione”.

Fondamentale il supporto dei tifosi. “In casa abbiamo sempre fatto bene, mi dispiace che l’entusiasmo stia un po’ scemando per le ultime prestazioni. Con l’Empoli e con l’Atalanta ci sarà qualche spazio vuoto, sta a noi conquistare i tifosi, a loro chiedo pazienza e fiducia affinché riempiano lo stadio. Il pubblico bergamasco è splendido, sostiene la propria squadra ovunque, spero che non saremo da meno”. Atalanta-Milan-Parma-Sampdoria, c’è una tabella di marcia? “Col Sassuolo ero molto arrabbiato, non poteva essere altrimenti, ma era un momento molto difficile frutto delle difficoltà precedenti. Ero più furibondo dopo il pareggio con l’Empoli, che era davvero da vincere, e dopo il match ho avuto uno sfogo pesante che non è da me. Ora ci aspetta un bel ciclo, dobbiamo fare almeno 3 punti nelle prossime 3 gare, spero con una vittoria”.

Impossibile parlare di decimo posto, obiettivo di inizio stagione. “Oggi è molto lontano, dobbiamo puntare a salvarci, c’è poco da pensare al decimo posto”.

Importante la precisazione sullo stadio. “Ci vuole pazienza… E’ una società solida, con ogni tassello al punto giusto. E’ un percorso lungo, abbiamo avuto bisogno di due mesi in più non previsti. Il 7 febbraio c’è la nuova Conferenza dei Servizi, poi ci sarà il Consiglio Comunale. Voler aumentare la capienza cambiando progetto, per vari motivi, ci ha fatto allungare i tempi. Ma è altrettanto vero che tutti ci fanno i complimenti per la Sardegna Arena e l’organizzazione, non vedo nulla di scandaloso nel giocare ancora 2-3 anni nello stadio attuale”.

Si parla anche dell’Olbia, fermata sull’1-1 dal Pontedera. “Ha giocato bene sino all’espulsione del giocatore del Pontedera, non è riuscita a capitalizzare la superiorità numerica. Ho visto una buona partita, un bel centrocampo, oggi Ragatzu ha giocato con personalità, l’anno prossimo potrebbe tornare a Cagliari se facesse un bel girone di ritorno quest’anno, come ci auguriamo tutti”.

Fiducia sulle giovanili. “Stiamo facendo un grande lavoro con Academy e Under 15, che è ai primi posti in campionato. E’ importante perché vuol dire che sotto si sta operando al meglio. Anche la Primavera ha giocato in casa della Juventus con otto sardi su undici tra i titolari, mentre ogni volta giochiamo contro tanti stranieri. Speriamo di poter presto capitalizzare tutto questo lavoro con qualche ragazzo in prima squadra, vedi anche quanto stiamo facendo da tre anni a Olbia”.