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Dinamo Sassari al lavoro per il futuro: Alviti primo obiettivo?

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Ricostruire non è mai una cosa semplice. La Dinamo Sassari lo ha capito con la scorsa estate e con gli effetti che sono sopraggiunti nel corso di un annata conclusa senza il raggiungimento dei playoff. L’addio di Devecchi al basket giocato, il ricambio di diversi elementi alla ricerca di una diversa idea di gioco ma soprattutto di provare a svecchiare il gruppo e tentare di aprire un nuovo ciclo. Un tentativo non riuscito, perché non sempre i primi mattoni posti finiscono per trasformarsi in muri portanti. Se il dispiacere per la mancata post-season è tanto, anche perché 7 delle 8 partecipanti sono state battute almeno una volta dai biancoblù, la permanenza in massima serie resta un traguardo importante guardando a come si era messa la stagione. Una meta che permette di provare un’altra volta a ripartire per ridare alla Dinamo la forma voluta.

Volontà

Una Sassari da battaglia, aggressiva, che faccia dell’attaccamento alla piazza la sua forza. Tratti somatici a cui aggiungere poi i dettagli: due trattatori di palla in quintetto, con la fisicità dalla posizione di 3 fino a quella di 5 come prerogativa. Con lo spot di due che potrebbe essere occupato anche da una combo in grado di giocare sia da guardia che da ala piccola. Questo l’identikit tracciato da Federico Pasquini in conferenza stampa e ai nostri microfoni (qui per il video). Non tutto, secondo quanto affermato dallo stesso Pasquini è comunque da buttare dell’ultima annata. La costanza il fattore a cui la società si rifarà per decidere se qualcuno degli elementi arrivati l’estate scorsa in Sardegna potranno fare al caso del Banco. Dipenderà però molto dalle volontà dei giocatori e dalle loro richieste, con i giocatori che hanno mostrato di essere più continui, da Tyree a Jefferson fino a Gombauld che potrebbero avere però anche offerte importanti altre piazze. Chi non resterà è, come già noto, Ousmane Diop che oltre che nel mirino dell’Olimpia Milano sarebbe finito anche in quelli del Baskonia, piazza che già aveva accolto un altro ex Dinamo come Polonara. Bendzius e Cappelletti sono gli unici al momento sicuri di avere un posto nella Dinamo 2024-25 complici i propri contratti pluriennali. Un tipo di accordo che il GM del Banco vorrebbe riproporre anche con chi arriverà. E che potrebbe riguardare soprattutto un parco italiani da costruire quasi per intero e che nelle intenzioni dovrebbe essere composto da giocatori cardine.

Nomi

In attesa di capire cosa sarà di Treier che vedrà terminare il contratto a fine giugno, ma anche dei giovani come Pisano e Dore, l’unico italiano certo di calcare il parquet del PalaSerradimigni è Cappelletti. L’ex Verona non solo ha dalla sua il contratto stipulato fino al termine della prossima annata, ma anche l’appoggio del tecnico con ne ha favorito la crescita definitiva. Sulla costruzione del roster peserà soprattutto l’eventualità di un doppio o di un singolo impegno settimanale. I buoni rapporti con la Basketball Champions League potrebbero portare a una wild card, anche solo per le qualificazioni. Di più però si capirà a campionati finiti, quando saranno chiare le intenzioni di chi ha guadagnato sul campo le qualificazioni in Italia e soprattutto quelle del board della Bcl. La partecipazione a una coppa europea potrebbe portare verso la conferma della formula 6+6, ovvero sei stranieri e sei italiani. Altrimenti potrebbe prendere maggiore consistenza l’ipotesi del 5+5, con il budget che sarebbe così organizzato in maniera differente. Alla base di tutto però ci sarà un aspetto identitario da trasmettere, motivo per cui la cura del pacchetto italiani sarà fondamentale. Una necessità che fonde extracampo e parquet e che dovrà rispettare le prerogative di Markovic. Anche per questo, secondo quanto riportato da Sportando, il nome a cui la Dinamo starebbe guardando con forte convinzione è quello di Davide Alviti. L’ala piccola della Dolomiti Trento, impegnata nei quarti playoff contro Milano, in questa annata ha viaggiato a quasi 11 punti di media in 21.9 minuti di utilizzo medio. A Sassari, il classe ’96 potrebbe trovare un ruolo ancora più da protagonista e ulteriori responsabilità. Da capire però quali saranno le intenzioni della Dolomiti, dove l’ala ha firmato per due anni la scorsa estate. Il giocatore già nel giro della Nazionale in un’intervista ad aprile al Corriere dello Sport aveva bollato ogni discussione sulla sua permanenza in Trentino come prematura. Non chiudendo così la porta a nuovi sviluppi sulla sua carriera. Con Sassari che potrebbe così fare avanti insistentemente la propria candidatura nelle prossime settimane.

Matteo Cardia

 
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