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Sla, muore un ex talento rossoblù

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Roberto Labadini faceva parte della rosa del Cagliari di Giagnoni nel 1982-83: grande talento, non ha avuto la carriera che in tanti avrebbero pronosticato.

Il suo nome tornerà familiare a qualche tifoso rossoblù con una buona memoria, visto che non fece mai in tempo a esordire con la maglia del Cagliari. Qualche giorno, esattamente venerdì 5 aprile, fa la Sla (la stronza, come la chiamò Stefano Borgonovo) se l’è portato via a soli 54 anni. Roberto Labadini ne avrebbe compiuto 55 a luglio, ma la malattia è stata più forte: è l’ennesimo caso di ex calciatore professionista a morire di sindrome laterale amiotrofica, lo stesso male che ha colpito, tra gli altri, il coetaneo Borgonovo, l’ex avellinese Adriano Lombardi e l’ex capitano del Genoa Gianluca Signorini.


La Serie A l’aveva soltanto sfiorata: due convocazioni nel Cagliari di Giagnoni, annata 1982-83, ma neanche un minuto in campo. Una stagione disgraziata, vista la retrocessione tra i cadetti all’ultima giornata, complice la sconfitta contro l’Ascoli. Ma difficilmente Labadini, all’epoca poco più che diciottenne di belle speranze, numero 10 talentuoso ma discontinuo, avrebbe pensato che di lì in avanti la sua carriera si sarebbe sviluppata nelle serie minori. Un talento esploso a Prato, in Serie C1, dove attirò le attenzioni della Sampdoria di Mantovani, che ne avrebbe voluto fare la riserva di un certo Roberto Mancini, ma la malasorte gli si mise davanti: rottura del crociato e via, nuovamente la carriera in discussione. Due anni al Chievo Verona, compagno di squadra di alcuni componenti dello staff tecnico rossoblù attuale: Rolando Maran, Christian Maraner e Ivan Moretto. Tutti difensori, mentre Labadini, originario di Codogno (Lodi) regista mancino di talento, chiuse la carriera agonistica tra Chieti, Pro Patria e Ospitaletto. In seguito ha avuto una breve carriera da allenatore nelle serie minori fino a due anni fa, quando gli venne diagnosticata la malattia.

Francesco Aresu