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Zola entra nell’Hall of Fame del calcio italiano: “Un sogno che si avvera”

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Dai campi impolverati alla sua Oliena fino alla Serie A con il Cagliari, passando tra le altre piazza per Napoli, Parma e la Premier League con il Chelsea e ovviamente l’Azzurro. Tanti gol, magie che l’hanno fatto diventare uno dei giocatori più non solo in Sardegna, ma anche oltre Manica e in Italia. Gianfranco Zola ora è ufficialmente entrato anche nell’Hall of Fame del calcio italiano, con la cerimonia che si è svolta oggi, 14 novembre, a Coverciano.

Nell’undicesima edizione della cerimonia che celebra i protagonisti e le protagoniste che hanno segnato la storia del calcio italiano,  anche Magic Box è entrato nell’Hall of Fame insieme al campione del mondo del 1982, Alessandro Altobelli (per la categoria “veterano italiano”), Cristiana Girelli (giocatrice italiana), l’ex presidente dell’Inter ‘dei record’, Ernesto Pellegrini (dirigente italiano); l’ex calciatore di Juventus e Real Madrid, Zinedine Zidane (come calciatore straniero), e José Mourinho (allenatore). Durante la cerimonia sono stati consegnati inoltre dei premi alla memoria a Siniša Mihajlović, Erno Egri Erbstein e Mario Sconcerti, mentre il premio fair play intitolato a Davide Astori è stato infine consegnato al giovane arbitro Luca Martelli, che la scorsa stagione – durante una partita di Seconda Categoria che stava dirigendo – ha salvato la vita a suo padre, presente sugli spalti, colto da un malore.

I premiati entrati a far parte della Hall of Fame del calcio italiano hanno portato un cimelio che ne rappresentasse la carriera in dono alla collezione del Museo del Calcio di Coverciano: Gianfranco Zola ha donato la sua maglia numero 25 del Chelsea: “Per me è un giorno fantastico, un sogno che si avvera- ha raccontato l’ex numero 10 che ha mosso i primi passi in Sardegna nella Nuorese e nella Torres-. Ho cominciato a giocare a calcio ispirandomi al Mondiale del 1982 e sognavo un giorno di poter essere qualcuno nel calcio. Oggi è uno dei riconoscimenti più importanti che ho avuto e ne vado fiero. Dedico il premio ai miei genitori, alla mia famiglia, ai compagni e agli allenatori che mi hanno accompagnato nel mio percorso. Spero che possa essere esempio per qualche altro giocatore che è partito dalla prima categoria e poi è arrivato a questo premio”.

La Redazione

TAG:  Calcio Sardo
 
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