L’editoriale di a cura di Claudio Inconis, inviato a Torino, dopo il pareggio colto dal Cagliari in terra granata.
Finalmente Cagliari. Quella di Torino è stata una delle recite migliori in assoluto della creatura di Maran. Di tecnica e tattica ne hanno parlato e parleranno con dovizia i nostri Ferrari (clicca qui per le pagelle) e Zizola (lunedì con l’analisi tattica). Giusto allora concentrarsi su altri aspetti, quelli psicologici e relativi alla caratura che il gruppo e la squadra sembrano ormai avere assunto. Dettagli magari astratti, sicuramente opinabili, e però dopo tanti indizi è giusto certificare la superata prova di maturità.
Maran (e il suo staff) hanno “quadrato il rombo” e cambiato tanto (per necessità e non) in difesa. Il risultato è stato un Cagliari sulla scia del secondo tempo di Ferrara, ma anche di Verona e delle prove interne contro Inter e Fiorentina. Il punto in terra piemontese è ottimo per avvicinare la salvezza, ma la prestazione può in qualche modo togliere la prima carta che ancora impacca il futuro.
Sì perché ha dato l’impressione di essere all’opera con il rinsaldamento di certezze che sembravano trovate già mesi fa, poi paurosamente scomparse e infine nuovamente comparse con forza a 2019 inoltrato. Il Cagliari ha iniziato a guardare al futuro con le conferme di allenatore e direttore sportivo, ragiona sul sempre caldo capitolo mercatesco targato Barella (e Cragno), ma rispetto al 2017 e al 2018 potrà lavorare su un’impalcatura più che definita.
Quella di un tecnico che sa lavorare qual è Maran, poco avvezzo ai fronzoli ma che di contenuti tecnico-tattici ne ha. Quella di un rombo che ovviamente dipenderà totalmente dal Barella sì o no e dalle altre conferme (o meno). Quella di alcuni capisaldi ormai esperti (ma non logori) che hanno voglia di fare in maglia rossoblù uno step rilevante anche a livello personale.
Claudio Inconis