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Solinas: “Carbone out? Sardegna sia coinvolta”

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Christian Solinas, governatore della Sardegna, scrive ai ministri Di Maio e Costa (M5S), rispettivamente alla guida dello Sviluppo economico (Mise) e dell’Ambiente.

Il 17 aprile il tavolo di lavoro al Mise, con i due ministri di cui sopra e Terna (gestore della rete elettrica nazionale), i tre produttori nazionali (Enel, Ep e A2A) proprietari delle otto centrali a carbone ancora attive a livello nazionale. Non c’era però la Sardegna, nonostante le due centrali a carbone presenti nell’Isola: quella Ep di Fiumesanto (Porto Torres) e quella Enel nel Sulcis.

“La Regione – scrive Solinas – ritiene di avere un interesse specifico e diretto a partecipare attivamente ai tavoli nei quali si sta definendo l’uscita dal carbone, perché la produzione e distribuzione dell’energia elettrica è materia di legislazione concorrente. La decisione di un ‘phase out‘ va adeguatamente supportata ed accompagnata da interventi che siano tali per caratteristiche, livelli dl investimento e tempi di realizzazione in modo da assicurare una transizione per l’intero sistema energetico della Sardegna”.

“Una decisione di tale portata non può essere operata in maniera unilaterale, senza un confronto che tenga conto anche dalla pianificazione energetica regionale. L’indirizzo previsto dal Pniec (il piano nazionale in materia) sulla sostituzione del carbone con energia elettrica costituisce un allontanamento dell’obiettivo della metanizzazione della Sardegna, come indicato nella strategia nazionale Sen (è un altro atto programmatorio nazionale). Nel dettaglio per l’Isola è previsto “un sistema integrato di depositi/gassificatori utilizzando il gas naturale liquido (gnl).

Solinas vuole che si valuti “con attenzione costi e benefici delle eventuali strade alternative e come queste impattino sul sistema energetico regionale, tenendo conto degli iter autorizzativi in corso e degli investimenti in essere per la metanizzazione dell’Isola”. Il governatore ricorda infine che in Sardegna la questione energetica è anche legata “ai programmi di riqualificazione industriale di alcune aree produttive, come l’area di Portovesme e i progetti dell’ex Alcoa e di Euroallumina, dove la disponibilità di energia elettrica e termica in quantitativi e costi adeguati costituisce un presupposto fondamentale per la sostenibilità degli investimenti. Il più generale sviluppo economico della Regione – conclude Solinas – dipende delle scelte che si andranno e definire a livello nazionale. Senza dimenticare che le misure che si vanno definendo potrebbero avere un impatto diretto sul fronte occupazionale dei due impianti a carbone che nell’Isola dovrebbero essere oggetto di riconversione o chiusura”.

TAG:  Politica