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Barella va ceduto ora ma goduto sino a giugno

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Ridateci l’undici, la rubrica a cura di Nanni Boi.

In assoluto trasferirsi nel mercato di gennaio non è mai un’ipotesi troppo favorevole per un calciatore. A maggior ragione se viene da una buona prima parte di campionato. Perché le stagioni-a-metà in un modo o nell’altro finiscono per togliere qualcosa se non proprio deprezzare la quotazione, e poi perché dal punto di vista tecnico non è mai semplice inserirsi a stagione iniziata in squadre già formate.

Le stesse società che decidono di privarsi del loro pezzo pregiato in questo periodo non fanno un vero affare, perché quel che raccolgono adesso in termini di quattrini quasi mai è superiore o equivalente a quanto si può rastrellare in estate, quando i budget delle acquirenti sono più sostanziosi. Ovviamente il caso Piatek rappresenta l’eccezione che conferma la regola, almeno per il Genoa. Nel caso del Cagliari e di Barella sarebbe dunque meglio per tutti se rimanesse fino a giugno in rossoblù. Soprattutto per i tifosi ovviamente.

Però a pensarci bene nel calcio l’avverbio ovviamente non esiste. Un caro amico col cuore rossoblù che da quasi quarant’anni mi sfoggia il suo bell’abbonamento in poltroncina e quando può segue il Cagliari anche in trasferta, mi dice che Barella va ceduto subito perché è bello a vedersi, fa qualche giocata spettacolare, ma non è concreto e soprattutto non fa salire più di tanto il livello della squadra. La penso in maniera diversa, ma lo cito giusto per dire come le opinioni siano variegate. Mettendomi invece nei panni di giocatore e società mi chiedo se avrei la pazienza di aspettare l’estate o se finissi vittima dell’ansia di concludere immediatamente. Perché è vero che stiamo parlando del calciatore italiano che forse più di ogni altro rappresenta fra le nuove generazioni (e anche quelle vecchie) il prototipo del centrocampista completo che sa fare le due fasi, come si ama dire (deve però migliorare nelle conclusioni e fare allenamenti specifici per affinare la mira). Ma è anche vero che se, facendo le corna, arrivasse un infortunio – rischio che nel calcio è sempre dietro l’angolo- poi tutto svanirebbe, o nella migliore delle ipotesi verrebbe rinviato.

E allora Barella potrebbe dimenticarsi le coppe europee e un ingaggio di cinque o sei volte superiore, e il Cagliari che magari aveva pensato di reinvestire quei quaranta-cinquanta milioni nella costruzione del nuovo stadio (ipotesi di cui per la verità i dirigenti rossoblù al momento non hanno parlato), dovrebbe rinunciarci. Ma allora conviene cederlo subito? Credo di sì, però tenendolo in prestito sino a fine stagione. Giusto per far felici tutti. Il Cagliari naturalmente, ma magari anche l’Inter che sembra avere una corsia preferenziale nella corsa al giocatore per via dei buoni rapporti che intercorrono da sempre tra il presidente Giulini e la società nerazzurra, nonché quelli consolidati tra lo stesso presidente rossoblù e il nuovo dg interista Giuseppe Marotta.

Nanni Boi