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Dinamo Sassari, lo schiaffo preso da Varese come simbolo di un reset futuro

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Quando stacchi la spina la corrente non c’è. E quando la corrente non c’è alcune cose non funzionano. E quando le cose non funzionano si palesa il rischio che i piani vadano a male. L’umiliazione subita in casa da Varese lascia la Dinamo Sassari di coach Nenad Markovic davanti a un frigo spento con i prodotti al suo interno che iniziano a puzzare. Non che ci volesse lo schiaffo interno patito dai ragazzi di coach Tom Bialaszewski per certificare una stagione negativa per i biancoblù, però il “vergognoso spettacolo”, per citare le parole al termine del match, del presidente Stefano Sardara è il simbolo di un momento in casa Banco di Sardegna dove tutto ciò che può andare per il verso sbagliato va per il verso sbagliato.

Mentalità sbagliata

Come si può spiegare l’88-112 subito giocando praticamente sempre in apnea e con pochissimo mordente? Semplice, la squadra una volta centrata la salvezza, diventata obiettivo solo a stagione in corso con il rendimento al ribasso perché le ambizioni di club e media in estate erano altre, ha considerato fatto il suo dovere e ha mollato la presa. Un atteggiamento in totale controtendenza con la Dinamo da battaglia che non molla mai e che ha regalato soddisfazioni e trofei in epoca recente. Non a caso Sardara dopo lo schiaffo preso da Varese ha sottolineato più volte: “Si può perdere ma non così, io sono sempre stato accondiscendente con i ragazzi e anche quest’anno ho capito i loro problemi visti i tanti infortuni e i problemi di condizione avuti per gran parte della stagione. Però non accetto gare come quella con Varese. Qui parliamo di professionalità che non c’è e non di altro. Qualcuno ha pensato di stare già in vacanza quando invece la società voleva vedere lottare tutti fino all’ultima goccia di sudore per inseguire i playoff. Così non va bene, non c’è stato rispetto per Sassari e la nostra gente merita altro”.

Reset

Messaggio duro e preciso, che segnerà certamente una linea di confine anche nella programmazione futura. Chiaro che se un club pensa che diversi giocatori non stiano rispettando la piazza difficilmente deciderà di confermarli. A maggior ragione dopo un’annata come quella vissuta dalle parti del Palaserradimigni che già avrebbe portato a un repulisti generale. Con l’annata 2024-25 che sarà forse quella di un probabile anno zero in alcune figure per la Dinamo Sassari. Magari non solo in campo ma anche a livello di staff e dirigenziale. D’altronde una stagione con femminile e maschile fuori dai playoff non può non portare a delle profonde riflessioni. E c’è da capire, guardando anche al braccio di ferro sui finanziamenti regionali, se e come cambieranno le ambizioni per l’annata che verrà. Anche perché negli ultimi anni il budget della Dinamo è via via sceso più in basso tra quelli della Lega, non tanto per una scelta al ribasso dei biancoblù quanto per la crescita esponenziale di alcuni progetti. Con l’A2 che annuncia anche promozioni di peso non solo dal punto di vista del seguito ma anche delle possibilità economiche. Va detto comunque che la Dinamo con Sardara è sempre stata brava a fare di necessità virtù, sfruttando le intuizioni sulle scelte e non sorprende che il patron non abbia mai voluto parlare di ridimensionamento: “Ridimensionamento degli obiettivi? Nelle ambizioni non abbiamo cambiato nulla, nemmeno nel budget. Le aspettative erano alte e il ridimensionamento è solo nei risultati e non nelle ambizioni. Gestire la Dinamo non è semplice e noi lo facciamo in una certa maniera, ma in campo non vado né io o i miei collaboratori. Altrimenti almeno in termini di voglia avremo visto una Dinamo diversa”. Va anche detto che l’impressione è che in vista della prossima stagione ogni mossa andrà pesata un paio di volte prima di essere compiuta. Anche perché resta la sensazione di aver evitato per un pelo le sabbie mobili del campionato. Anche perché citando lo stesso Sardara: “Meno male è arrivato Markovic altrimenti ora saremo nei guai seri”. Insomma, qualche schiaffo e un forte spavento. Come reagirà questa Dinamo? La speranza è quella di non rivedere uno spettacolo vergognoso come contro Varese, almeno per atteggiamento. Sarebbe già un primo mattone dal quale costruire.

Roberto Pinna

 
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