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Gianpaolo Imbriani: “Tanto amore per la Torres, ma Benevento è casa”

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Tra Benevento e Sassari c’è un legame che va oltre la sfida valevole per i quarti di finale dei playoff di Serie C tra le Streghe e la Torres. C’è un filo rosso che collega la città campana alla Sardegna che porta il nome di Carmelo Imbriani. Giocatore, capitano e bandiera del club giallorosso, scomparso prematuramente in seguito a una brutta malattia il 15 febbraio 2013. C’è però chi, grazie a lui, si è innamorato della nostra Isola, ci vive da 22 anni e porta il ricordo di Imbriani in giro per il mondo sempre con la bandiera della Sardegna con sé. Si tratta di Gianpaolo Imbriani che è intervenuto ai nostri microfoni per parlare non solo del legame tra suo fratello Carmelo e la città di Benevento, ma anche del suo amore per la Sardegna e di come lui sta vivendo questa sfida tra casa e cuore.

Gianpaolo, c’è un legame forte che collega Benevento alla Sardegna, ovvero suo fratello Carmelo. A partire dal suo esordio in Serie A con il Napoli contro il Cagliari, all’amore che lui provava per la Sardegna e che le ha trasmesso. Cosa ha fatto scattare questa scintilla tra voi e l’Isola?

“Quando ero ragazzino mio fratello cercava di spronarmi per farmi andare bene a scuola e lo faceva proponendomi sempre mete per le vacanze estive. Una volta raggiunto il diploma decise di portami a casa di nostro zio a San Teodoro, dopo una settimana con lui in Sardegna ho trovato un lavoro e ho deciso di fare la stagione, a quella ne sono seguite 21 e in questi anni ho avuto modo di innamorarmi di questa splendida terra e delle persone che vivono in quest’Isola”.

Carmelo disse: “Il calcio finisce, la vita resta. Ho lasciato qualcosa come uomo e questa è la vittoria più grande”. La storia di suo fratello, di come ha combattuto contro la malattia, è stata da monito per tante persone.

”Non è servita a molto purtroppo quella battaglia perché poi è stata persa. Però la sua storia ha lasciato dei valori importanti, il mondo del calcio è sceso in campo per un giocatore che non poteva vantare trofei nella sua bacheca ma che, come uomo, ha tramandato grandissimi valori ed è questo che cerco di sottolineare. L’affetto che prova la gente nei suoi confronti e negli ideali che ha trasmesso, sono una grande soddisfazione. Ci sono tante persone che si legano a questa storia, questo mi permette di vederlo di fronte a me quotidianamente”.

Il suo ricordo è vivo e in tanti a Benevento, girando la città in attesa della partita contro la Torres, mi hanno raccontato di lui. Una testimonianza di quanto abbia lasciato suo fratello a distanza di 11 anni dalla sua scomparsa.

”C’è un amore spropositato a Benevento nei confronti di mio fratello, lui è nato il 10 di febbraio ed è scomparso il 15 dello stesso mese. Ogni anno in quella settimana allo stadio lo ricordano, fanno cori dedicati a lui e manifestazioni in suo onore. Di fronte alla sede dei tifosi del Benevento c’è un murales grande quanto un palazzo che lo raffigura. Nutrono tantissimo amore nei confronti di mio fratello e nelle strade questo si respira”.

Aprendo il cassetto dei ricordi, qual è quello più bello che ha di suo fratello in ambito calcistico?

”Ce ne sono tanti. Potete immaginare l’emozione per un ragazzino nel vedere il proprio fratello in Serie A con il Napoli, allenarsi e disputare le partite negli stessi posti in cui ha giocato Maradona. Legato al Benevento uno di quelli che porto nel cuore è il giorno della promozione in Serie C1 dei giallorossi ottenuta da Carmelo in qualità di capitano, vederlo così felice è stato bellissimo. Era contento anche quando ha fatto da mister dei giovani, stava trasmettendo una passione e dei valori a dei ragazzi di 13 o 14 anni, lo vedevo molto felice nel fare questo mestiere”.

“Imbriani non mollare”. Un’iniziativa con cui lei sta portando il nome e il ricordo di suo fratello in giro per il mondo. Intitolare a Carmelo Imbriani un impianto in ogni continente del mondo, sempre con la bandiera dei quattro mori con sé. Come è nata questa idea e come sta procedendo questo progetto?

”Ho voluto abbinare la passione per il calcio di mio fratello a tutto quello che ne è seguito dopo la sua scomparsa. Ho iniziato a fare questi viaggi dopo averlo perso con l’obiettivo di far conoscere a più persone possibili la storia di Carmelo. Ho creato una sua immagine in bianco e nero perché una foto e una storia ben raccontata possono arricchire il vissuto di un bambino. In molto vedono mio fratello come idolo da seguire nonostante non possa vantare un trofeo in bacheca. Al momento ho realizzato due campi: uno in Europa legato al Benevento Calcio e un altro in Tanzania, grazie a dei missionari che operano in Africa. Ora sto collaborando con una fondazione in Argentina per crearne uno in America. Questi viaggi li ho fatti sempre portando con me la bandiera dei quattro mori, perché io amo quest’Isola e voglio dimostrarlo più che posso”.

Ha seguito la partita tra Benevento e Torres?

”Io dalla scomparsa di mio fratello non guardo molto il calcio. Però per me questa è una partita a parte, la squadra della mia città che verrà a giocare nell’Isola più bella del mondo e del mio cuore. Chiaramente in tanti amici che conoscono la storia di Carmelo e la mia mi hanno contattato. Ho saputo di questa sfida tramite loro, in tanti mi hanno invitato a Sassari per vedere questa gara nonostante non segua più il calcio da anni. Credo che sarà una cosa che farò e mi ritroverò a vedere una partita dopo tanto tempo. Anche se, a essere sincero, l’ultima gara che ho visto è stata proprio della Torres qualche mese fa. Sono stato invitato dalla società per raccontare la storia di mio fratello, poi quel fine settimana sono rimasto a vedere l’incontro vinto poi dai rossoblù”.

Una sfida tra casa e cuore per lei, il club della sua città ovvero il Benevento contro la squadra dell’Isola che ama ovvero la Torres. Come vivrà questa gara qualora dovesse andare allo stadio?

”Io non essendo più tifoso faccio fatica a viverla come va vissuta, la posta in palio è altissima per entrambe le squadre. I miei amici sassaresi sono quelli che mi hanno detto di questa partita. Però Benevento è casa, non supporto una squadra in particolare ma sono tifoso dei tifosi beneventani. Per il grande amore che mostrano tutte le domeniche nei confronti di mio fratello, cerco di ringraziarli ogni qual volta ne ho la possibilità. Dall’altro sono innamorato perso di quest’Isola, provo tanto amore nei confronti della Torres e tutto ciò che riguarda la Sardegna. Però Benevento, ripeto è casa, e mi auguro che i tifosi giallorossi possano vivere tutte le gioie che desiderano”.

Andrea Olmeo

TAG:  Serie C Torres
 
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