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Le Pagelle di Inter-Cagliari: scelte iniziali e cambi, è la serata di Claudio Ranieri

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I nostri giudizi sul Cagliari che ha pareggiato per 2-2 a San Siro contro l’Inter nel sunday night del 32° turno di Serie A.

Scuffet 6,5: pronti via e deve distendersi per deviare una bella conclusione di Barella, parata non semplice. Può poco sulla rete del vantaggio nerazzurro, mentre si supera nella ripresa sia su Dimarco che su Calhanoglu, andando addirittura vicinissimo al parare il rigore dell’infallibile turco. C’è anche lui nel pareggio.

Hatzidiakos 6,5: potrebbe stringere meglio sul pallone di Sanchez per il gol di Thuram, piccolo dettaglio che però non può incidere più di tanto su una prestazione solida. A volte è lento in uscita, ma in generale non demerita affatto, anzi. La sua gara è un inno alla semplicità e la scelta paga.
Dall’88’ Wieteska SV: sostituisce il compagno vittima di crampi, mantiene senza scomporsi il risultato acquisito.

Mina 5: a volte va bene, altre va male. Parliamo del fermarsi per mettere in fuorigioco l’attaccante di turno, un passo falso che porta al gol dell’1-0 ma che aiuta a evitare il 2-0 di Barella poi annullato. Comanda una difesa inedita con la sua classica personalità, alla quale aggiunge le classiche provocazioni con il sorriso verso chiunque incroci la sua corsa. La prestazione è positiva, ma anche sul rigore c’è il suo zampino e non può che contare tanto nella valutazione.

Obert 7: tiene bene il campo aggiungendo anche la predisposizione all’appoggio alla fase offensiva. Non facile fronteggiare la verticalità senza palla di Barella, ma a parte qualche fisiologica fatica se la cava onestamente. Bel rientro, tanta personalità e tanta sicurezza.

Di Pardo 6,5: contro uno degli esterni più forti in Europa non mette in mostra alcuna ruggine, nonostante non giocasse da quasi due mesi e fosse all’esordio assoluto da titolare in Serie A. Riesce nel compito di tenere a bada Dimarco, in più si fa notare per alcune incursioni che portano anche l’occasione d’oro per Shomurodov. Dimostra che Ranieri può contare su di lui nel rettilineo finale.
Dal 78′ Zappa SV: entra e mantiene la linea dettata dal compagno che sostituisce.

Sulemana 7: deve fare da filtro sul giocatore tatticamente più dotato tra i nerazzurri, quel Mkhitaryan al quale Inzaghi non rinuncia mai. La sua è una gara di sacrificio, dedizione e cura dei particolari, nulla di appariscente ma con quella sostanza che si vede poco, ma incide tantissimo. Altro mattoncino nella crescita esponenziale delle ultime settimane, uomo ovunque per 90 minuti e oltre.

Makoumbou 7: dopo dieci minuti ti chiedi se davvero sia lui a essere sceso in campo e non una sua controfigura. Due tocchi, sventagliate, anche una verticalizzazione rapida, insomma sorprende per efficacia e semplicità. Dice la sua anche dopo il buon avvio, senza perdere praticamente mai il pallone e con un’attitudine al sacrificio vista poche altre volte. Considerando l’avversario una prestazione di livello assoluto.

Augello 6,5: perde Darmian sull’1-0, ma alla fine non è una colpa eccessiva. Anzi, guardando agli aspetti positivi va sottolineato che quasi tutte le azioni offensive passano dal suo mancino. Tanti cross, poca efficacia anche perché l’avversario non è di quelli che si fa sorprendere sulle palle alte. Insomma, vorrei ma non riesco, però ci prova sempre e comunque e non è poco a San Siro.

Jankto 6: si alza il tabellone con il suo numero e lo stupore – per usare un eufemismo – nel suo viso spiega tutto. Ranieri vede qualcosa che non va nella fase di non possesso, eppure il ceco non sembrava aver demeritato, anzi. Serata strana, chiusa dopo nemmeno mezz’ora.
Dal 29′ Prati 6,5: il suo ingresso serve per portare la parità numerica in mezzo al campo e spostare Makoumbou nel controllo di Barella. Gioca semplice, prova a verticalizzare quando possibile, mantiene la posizione davanti alla difesa con efficacia. Gara da veterano, supera la prova della Scala del calcio.

Luvumbo 7: a volte esagera, ma alla fine in tutte le azioni d’attacco c’è lui protagonista. Tentativi personali, anche troppo personalistici, ma anche l’assist dell’1-1 e la costante apprensione che mette a una difesa solitamente sicura come quella dell’Inter. Se l’intenzione era farsi notare, la missione è assolutamente compiuta. Dal 78′ Viola 7,5: se solo quel colpo di testa…per poco non diventa eroe assoluto, lo resta parzialmente per il 2-2 che porta un punto prezioso, ma soprattutto consapevolezza a prescindere dal risultato. Ormai è una sentenza, entra e determina. Uomo squadra, leader, trascinatore.

Shomurodov 7: nel primo tempo manca due occasioni davvero ghiotte, ma alla fine giustifica la scelta di Ranieri ancora una volta con un gol da attaccante vero. L’uzbeko è rinato e non è più un caso, anzi. Sempre nel vivo, utile e decisivo.  Dal 78′ Lapadula 6,5: braccio armato metaforico e di fatto del gol del pareggio di Viola, un assist che al netto dell’irregolarità vale un punto fondamentale. Non solo, ma si sacrifica nei minuti finali anche in difesa e serve a Viola la palla di una vittoria che sarebbe stata epica. Ritrovato.

Ranieri 8: risponde ai miscredenti mettendo in mostra la sua religione pagana nel teatro più importante, di fronte ai prossimi campioni d’Italia, con una gara preparata alla perfezione. Sorprendono le scelte iniziali, ma il piano è definito, chiaro, limpido. Equilibrio a costo di cambiare dopo trenta minuti il suo Jankto, ma senza chiudersi in un catenaccio che sarebbe deleterio e anzi, non disdegnando colpire quando possibile. E colpisce, eccome se colpisce. Indovina mosse iniziali, cambi, piano tattico, tutto. Una serata che è un’ode al Ranierismo, una serata che conferma che è lui il vero e unico top di questo Cagliari.

Matteo Zizola

 

 

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